UDIR. Dirigenti scolastici, in 2mila scrivono alla Ministra: basta parole, abbiamo responsabilità crescenti e lo stipendio che si riduce

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UDIR – Cresce l’insofferenza dei dirigenti scolastici per la sproporzione tra il loro trattamento economico e le responsabilità crescenti, cui li ha sottoposti l’amministrazione nell’ultimo periodo:

 in 2mila, quindi un preside su quattro, hanno inviato una lettera aperta alla Ministra Valeria Fedeli, nella quale chiedono la piena perequazione economica tra la loro retribuzione e quella dei Dirigenti della seconda fascia della P.A.: “Un dirigente scolastico – scrivono – percepisce mediamente 62.890 euro lordi annui mentre un dirigente di un ente di Ricerca e dell’Università, appartenenti alla stessa area contrattuale, ha una retribuzione compresa tra i 94.000 e i 102.000 euro. Il differenziale è ingiustificabile e non accetteremo certo, nel prossimo contratto di lavoro in fase di rinnovo, l’ennesima nota a verbale con cui ci si duole per la mancata perequazione e la si indica come raggiungibile nella successiva tornata contrattuale”.

 

Nella lettera, i dirigenti scolastici ricordano che “fino al 2000 i Presidi svolgevano un lavoro infinitamente più semplice: con il conferimento dell’autonomia alle istituzioni scolastiche (DPR 275/99), la qualifica dirigenziale ai capi di istituto (D.Lgs 59/98 ) e il progressivo dimensionamento delle scuole ci ritroviamo oggi: a dirigere istituzioni molto grandi; ad avere responsabilità e compiti importanti, delicati, ad alto livello di professionalità; a svolgere un lavoro incomparabilmente più complesso rispetto al passato, ma con uno stipendio inferiore rispetto ad allora!”.

 

Nella missiva pubblica, inoltre, viene specificato che “la Legge 107/2015 (“Buona Scuola”) ha conferito maggiore spessore alla figura del Dirigente Scolastico, riconoscendo esplicitamente la necessità di un incremento della retribuzione accessoria (comma 86, art 1). Purtroppo gli stanziamenti messi a disposizione risultano essere insufficienti”, soprattutto perché “negli anni precedenti a tale riforma abbiamo avuto un significativo ed inaccettabile arretramento economico (riduzione FUN) e le somme messe a disposizione dalla Legge 107/2015 sono risultate comunque insufficienti anche solo a colmare le perdite subite”. Come se non bastasse, gli stanziamenti della riforma Renzi-Giannini risultano addirittura “temporanei: dal 1 gennaio 2018 il nostro stipendio diminuirà ulteriormente, a causa dell’esaurirsi di alcune voci di finanziamento previste”.

 

In conclusione, per i Dirigenti Scolastici, si è in presenza di incomprensibili paradossi: all’aumentare di carichi e responsabilità gli stipendi sono diminuiti; a parità di analogo profilo professionale nella P.A. le retribuzioni sono pesantemente inferiori. Il sindacato Udir sostiene la battaglia dei presidi per l’ottenimento della perequazione esterna rispetto alle altre aree della dirigenza, ricordando che per centrare questo obiettivo sarebbe però importante anche istituire il Fondo Unico Nazionale in parte uguali per le aree della stessa dirigenza pubblica. Oltre che allineare l’Indennità di vacanza contrattuale al costo della vita, aumentato di ben 14 punti percentuali negli ultimi dieci anni. Come bisogna garantire la perequazione interna, visto che si sono venute a determinate ingiustificabili disparità di trattamento tra i presidi assunti prima del 2001 e i colleghi che svolgono lo stesso lavoro ma che sono stati assorbiti dopo quell’anno.

 

“La necessità impellente di approvare la perequazione esterna con le altre aree della dirigenza pubblica e interna con gli altri ex presidi è tale – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief-Udir – che per ottenerla i sindacati rappresentativi debbono assolutamente tenere duro. A costo di non rinnovare il nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro. Perché accettare le solite condizioni al ribasso dell’amministrazione sarebbe un vero suicidio, che i capi d’istituto non tollererebbero”.

 

“È per questo motivo che, nel frattempo, abbiamo citato il Miur in giudizio davanti al Tribunale amministrativo, rivendicando la mancata trasmissione del decreto direttoriale richiesto di individuazione delle risorse per il FUN 2017 ai fini del raggiungimento della perequazione esterna con le altre aree della dirigenza. E ci siamo pure costituiti presso la Corte suprema per ottenere la perequazione e l’assegno individuale d’anzianità non assegnati ai dirigenti scolastici assunti dopo il 2001. Parallelamente, abbiamo anche predisposto il ricorso per lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale. In modo da ottenere dai tribunali e dalle aule di giustizia – conclude il sindacalista autonomo – ciò che il Governo ha negato e continua a negare ai nostri presidi”.

Anche di questo si parlerà negli imminenti seminari sulle Tre R della DirigenzaI prossimi appuntamenti sono quelli di Messina (4 ottobre), Caltanissetta (5 ottobre), Sassari (6 ottobre) e AG (17/11). I dirigenti interessati a partecipare possono inviare le schede di adesione o chiedere informazioni direttamente alla [email protected]. Tra gli altri temi che verranno affrontati nel corso dei seminari vi sono i crescenti carichi di lavoro, le responsabilità enormi – a partire dal versante della sicurezza, sul quale Udir pochi giorni fa ha presentato una proposta alle commissioni parlamentari della Camera -, una proposta per evitare gli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla Legge 107/2015.

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