Tormentone classi ‘pollaio’: nel ragusano un alberghiero con due classi da 40 alunni ciascuna
Anief – Superato ampiamente il già elevato “tetto” di 33 iscrizioni indicato dal Miur per gli istituti superiori, che scende a 20-25 in presenza di alunni disabili. E nelle due classi siciliane ve ne sono 8!
Anief – Superato ampiamente il già elevato “tetto” di 33 iscrizioni indicato dal Miur per gli istituti superiori, che scende a 20-25 in presenza di alunni disabili. E nelle due classi siciliane ve ne sono 8!
Anief: tutto nasce dai tagli e dalle norme pro-risparmio approvate negli ultimi anni, ma anche dal Miur che non permette di sdoppiare le classi ad anno scolastico avviato. A spese della sicurezza, del diritto allo studio e del sostegno ai disabili.
A quasi un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, continuano a giungere conferme sull’abitudine di alcune amministrazioni scolastiche a concentrare un alto numero di alunni in un solo gruppo-classe. È clamoroso, in particolare, quanto sta accadendo nell’istituto professionale Alberghiero "Marconi" di Vittoria (in provincia di Ragusa), dove, per una incomprensibile norma ministeriale che proibisce ai dirigenti scolastici di incrementare il numero di classi ad anno scolastico iniziato, oggi sono presenti 2 classi con ben 40 alunni ciascuna. Un numero spropositato, che va ben oltre i limiti di capienza massima imposti dalle norme vigenti sulla sicurezza, oltre che quelle sulla tutela del diritto allo studio.
Ma c’è dell’altro: nelle due classi dell’istituto professionale siciliano sono iscritti anche otto alunni disabili. Una presenza che impone, su indicazione dello stesso Miur, a limitare il numero complessivo di iscritti per classe a 20 alunni (in presenza di diversamente abili gravi) o al massimo 25 (qualora le disabilità non fossero gravi). E non può bastare come giustificazione quanto dichiara il dirigente dell’istituto, come riportato da Orizzonte Scuola , secondo cui degli 80 alunni iscritti “molti non frequentano con assiduità“: cosa accadrà il giorno o i giorni in cui tutti i 40 iscritti per classe saranno presenti contemporaneamente. Per svolgere le esercitazioni in cucina o in palestra faranno i turni?
“Ancora una volta – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – eccoci a commentare gli effetti nefasti delle norme approvate in Italia negli ultimi anni che, ignorando la presenza in Italia di un alto numero di insegnanti di religione e di sostegno, hanno progressivamente innalzato il rapporto alunni-docenti. Si è arrivati al punto che anche in presenza di 30mila alunni in più, rispetto al 2012/2013 , il Miur ha continuato ad applicare la Legge 111/2011, che impone lo stesso numero di insegnanti dell’anno precedente”.
Dopo aver denunciato, nella scorsa estate, che non si può parlare più di casi sporadici e che mentre il Governo si pavoneggia con l’approvazione di un decreto sulla scuola molto di facciata dal Miur continua a prevalere la politica del risparmio ad oltranza , ecco che dal ragusano giunge questa notizia di 80 alunni, di cui 8 disabili, divisi su due sole classi: non possiamo che tornare a dire che si tratta di una vergogna nazionale derivante dal fatto che negli ultimi cinque anni lo Stato ha tagliato 200mila posti tra docenti e Ata, tenuto ai margini 150mila precari abilitati vincitori di concorso e cancellato quasi 2mila scuole. Con il risultato che quelli che erano nati, durante la gestione Gelmini, come limiti numerici da adottare in casi eccezionali, sono diventati la norma: nella scuola d’infanzia si è passati da 28 a 29 alunni, alla primaria da 25 a 28 ed alle superiori si sono concesse deroghe fino alla presenza di 33 alunni per classe.
Sono numeri che stridono rispetto al buon senso. Ma anche alla normativa vigente, come indicato nello schema di risoluzione per superare il sovraffollamento delle classi, presentato dal senatore Fabrizio Bocchino (M5S) e approvato in estate dalla VII Commissione Cultura della Camera , dove si riporta che “in aula non possono essere presenti più di 26 persone, compresi gli insegnanti o l’eventuale ulteriore personale a qualunque titolo presente”. E che, in presenza di alunni disabili, “il numero complessivo dovrebbe essere al massimo di 20, in modo da facilitare i processi di integrazione e d’inclusività”.
Purtroppo, si tratta di parametri sistematicamente elusi. Con il Miur che continua a nascondersi dietro ad un dito, parlando di sforamenti rari e al di sotto l’1%. Come è grave che si continui ad eludere l’adozione di una nuova normativa per la formazione dell’organico di sostegno, dando seguito alla sentenza n. 80 del 26 febbraio 2010 con cui la Corte Costituzionale ha eliminato dall’ordinamento le disposizioni limitative contenute nell’art. 2, commi 413 e 414 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che fissavano rigidamente un limite al numero degli insegnanti di sostegno.
A tal proposito, l’Anief ha avviato l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”, attraverso cui si vuole dire basta all’inaccettabile giustificazione di “questioni di bilancio” per violare i fondamentali diritti dei nostri alunni più deboli. Scrivendo a [email protected] il nostro sindacato mette gratuitamente a disposizione di questi ragazzi e delle loro famiglie tutta l’esperienza dei propri legali sull’intero territorio nazionale, in modo che i TAR possano riconoscere d’urgenza in loro favore l’assegnazione di un docente di sostegno per l’intero orario di servizio settimanale dell’insegnante (rapporto 1:1), nel pieno rispetto del reale fabbisogno didattico-educativo dell’alunno.
La denuncia dell’Anief: i diritti dei disabili non si possono barattare