Governo: entro tre anni aboliremo supplenze. Ma i dati non confermano. Nel 2017/18 probabili 100mila supplenze
La Riforma della Scuola, varata dal Governo Renzi, si è posta, tra gli altri, l’obiettivo di superare una delle principali criticità del nostro sistema scolastico, ossia le numerosissime supplenze che ogni anno vengono attribuite a tutto discapito della continuità didattica e della stabilizzazione del personale precario.
L’obiettivo è stato realmente raggiunto? O meglio ci si sta avvicinando al raggiungimento? I dati dicono di no.
Ricordiamo che la Buona scuola, che prima del varo definitivo doveva portare alla stabilizzazione di 150.000 precari, ha determinato l’assunzione in ruolo di circa 87.000 docenti, nonostante i quali il problema “supplentite” non è stato affatto risolto.
L’ex Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dopo l’adozione e l’entrata in vigore della Riforma, ha affermato che la “supplentite sarebbe stata curata” entro tre anni: “Incarichi a tempo determinato, Giannini: entro tre anni la “supplentite” sarà curata“.
La summenzionata previsione, confermata all’epoca anche da Matteo Renzi, sembra destinata a non realizzarsi, come testimoniano i dati sulle supplenze relative agli anni scolastici 2015/16 e 2016/17.
Lo scorso anno, infatti, come riporta La Repubblica nel supplemento del Venerdì del 31/03/2017, sono state attribuite poco più di 100.000 supplenze, mentre nel corrente anno scolastico le cattedre affidate a docenti a tempo determinato sono 126.000. Nel secondo anno di applicazione della Riforma, dunque, le supplenze non sono diminuite ma aumentate.
Il triennio, entro il quale doveva essere sconfitta la piaga delle supplenze, “scade” il prossimo anno e, considerati i numeri, non sembrano esserci le condizioni per debellare la supplentite.
Com’è noto, infatti, per il prossimo anno scolastico, le immissioni in ruolo saranno circa 35.000, come abbiamo riferito in Immissioni in ruolo, per il 2017/18 saranno circa 35 mila. Altre 15 mila in bilico: 25.000 cattedre saranno vacanti e disponibili in seguito ai pensionamenti e altre 10.000 alla trasformazione dell’organico di fatto in diritto. Per il Miur questi ultimi posti sarebbero 25.000, mentre per il Mef 10.000. Considerato che i criteri seguiti dal Mef sono, nella maggior parte dei casi, esclusivamente di tipo economico, difficilmente saranno autorizzate più di 10.000 cattedre.
Se, dunque, le cattedre disponibili per le immissioni saranno circa 35.000 e le supplenze, nel corrente anno scolastico, sono state circa 126.000, gli incarichi a tempo determinato da attribuire saranno quasi 100.000.