Sicurezza edifici scolastici, Udir: intervenga lo Stato o i dirigenti chiuderanno le scuole

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comunicato Udir – Sta suscitando sconcerto il rinvio a giudizio di un dirigente scolastico di Marsala che, secondo l’accusa, non avrebbe osservato nella sua interezza la normativa sulla sicurezza all’interno dell’istituto siciliano da lui diretto. Incurante del fatto che la prima responsabilità sul versante della sicurezza degli edifici scolastici è dello Stato e degli enti preposti, il giudice ha ritenuto che vi fossero i presupposti per portare il capo d’istituto a processo, il cui inizio è previsto nel prossimo mese di aprile.

Secondo Udir, quanto accaduto dovrebbe far riflettere prima di tutto perché, a norma di legge, dovrebbero essere gli stessi uffici preposti alla certificazione dell’agibilità dell’edifico scolastico ad autodenunciare l’amministrazione locale e centrale. A questo punto, una delle colpe ascrivibile al dirigente scolastico di Marsala potrebbe essere quella di non aver chiuso la scuola e impedito agli studenti l’esercizio del diritto allo studio. È questo che si vuole? Allora, o lo Stato interviene, attraverso amministrazione ed Enti Locali, oppure il sindacato chiederà a tutti i dirigenti scolastici italiani di segnalare la mancata messa in sicurezza delle nostre scuole, con un breve termine, e di disporne la chiusura. Tocca ora al Governo trovare fondi e strumenti per rientrare nella legalità. L’unica cosa certa è che non può essere la soluzione quella di accanirsi contro i dirigenti delle scuole.

Per di più il dirigente scolastico, anche se assume il ruolo di responsabile dell’istituto e di “datore di lavoro”, non può sostituirsi al proprietario dell’immobile: chi guida la scuola, infatti, non può di fatto intervenire sui propri edifici, non potendoli prontamente certificare, in quanto manchevoli di adeguamenti. Nella pratica, la macchina amministrativa non può mettere in campo nell’immediatezza interventi strutturali e impiantistici che impongono farraginosi burocratismi, ingolfando il processo di adeguamento degli edifici sia da un punto di vista delle norme tecniche sulle costruzioni che antincendio, quali rischi presenti in tutti i manufatti.

Facciamo qualche esempio: come può mai intervenire il preside, quando l’istituto assegnato è privo di protezioni attive antincendio (motori, rilevazioni fumi, sirene d’allarme ecc.), come imposto dal recente DM 12/05/16? Come può, altresì, intervenire un dirigente scolastico quando il proprio edificio scolastico non è stato valutato nella sua vulnerabilità sismica da esperti ingegneri strutturisti? E come si possono fronteggiare tali rischi, laddove non si hanno strumenti per valutarli, lasciando quindi i dirigenti esposti alla berlina di denunce penali, ispezioni degli organi di vigilanza, che devono rispondere a precisi dettami normativi e non per ultimo anche minacce e aggressioni?

Secondo Marcello Pacifico, segretario organizzativo Confedir, cui aderisce l’Udir, “sulla sicurezza delle scuole deve senza dubbio intervenire lo Stato, rivalutando la definizione di DL-DS di cui all’art. 2, confermando le responsabilità didattiche vero obbligo di cui è preposto e trasferire alle amministrazioni la competenza sull’utilizzo e la fruibilità del manufatto destinato a scuola. Udir può, con le proprie risorse e competenze, portare avanti proposte operative atte a salvaguardare la persona giuridica dei dirigenti scolastici. Le modifiche al D. Lgs. 81/08, per gli aspetti pertinenziali attinenti alle Istituzioni Pubbliche Statali è l’inizio di una collaborazione con i Ministeri preposti del Lavoro e del Miur”.

“Siamo a un punto di svolta – continua Pacifico -: bisogna creare una diversa architettura legislativa che obblighi i proprietari degli immobili non solo sull’intervento segnalato ai sensi dell’art. 18 comma 3, che rappresenta la gestione rutinaria e consapevole di chi fruisce la struttura, ma soprattutto l’intervento dell’ufficio tecnico preposto, che ancor prima dell’inizio delle attività didattiche a ogni anno scolastico esegue, con obblighi precisi imposti dallo Stato, verifiche tecniche atte a certificare la possibilità o meno che l’immobile possa essere utilizzabile”.

Alla luce di tali verifiche occorre, nell’ipotesi di fruibilità, imporre con norme integrative al T.U.S. sopralluoghi periodici con i tecnici degli organi di vigilanza preposti (vigili del fuoco, genio civile, Asp e altri), quale momenti concertati di prevenzione a salvaguardia dell’incolumità degli utilizzatori del manufatto oggetto d’indagine. Nell’ipotesi, invece, di accertata mancata fruizione, non sottoporre a rischio l’utenza in strutture che non possono fronteggiare casi di rischio grave e incombente e che il S.P.P. d’Istituto da solo non può fisicamente valutare. Il Governo non può continuare a parlare di sicurezza se poi, come è accaduto con l’ultima legge di Stabilità, non ci sono i requisiti minimi per portarla in porto. Oppure se si continuano a concedere proroghe per la messa in sicurezza degli edifici.

In estrema sintesi, bisogna innanzitutto mutare in toto la norma vigente sulla sicurezza delle scuole, in quanto generalizzata a tutte le tipologie aziendali e calzare un decreto correttivo peculiare per i luoghi di lavoro scolastici, imponendo precisi obblighi non ai dirigenti scolastici, che operano già strozzati dalle responsabilità e i rischi, peraltro in cambio di stipendi irrisori, ma bensì agli organi di vigilanza che devono, congiuntamente agli uffici tecnici delle amministrazioni proprietarie degli immobili destinati a istruzione pubblica, eseguire verifiche certe e sopralluoghi congiunti, prima dell’inizio di ogni attività didattica a scuola. Non bisogna intervenire dopo che sia accaduto un evento a rischio incidente o infortunio o ancor di più con la perdita di vite umane.

“Secondo noi – continua Pacifico – è giunto il momento di intervenire con una profonda e consapevole sinergia tra tutti gli ‘attori’ in scena che devono interagire congiuntamente, attraverso precisi vincoli legislativi, potendo così salvaguardare non solo i dirigenti scolastici, ma tutti, a iniziare dagli alunni, ultima ruota dentata di un complesso marchingegno a ingranaggi che spesso si arresta o si inceppa, esponendo a pericolo coloro che quotidianamente sono inconsapevoli dei rischi a cui sono esposti. Su un punto siamo tutti d’accordo: la sicurezza viene prima di tutto, ma bisogna saperla attuare. C’è da capire, in sostanza, come fa un preside, che arriva a dirigere 20 plessi e 4mila alunni, classi sempre più numerose, composte da 22 alunni in presenza di disabili, a poter adempiere in splendida solitudine pure ciò che non gli spetta in tema di sicurezza”, conclude il sindacalista.

Al convegno del 14 marzo in programma a Catania – promosso da Udir e da Eurosofia – saranno presenti, tra gli altri, l’ingegnere Natale Saccone‎, esperto di sicurezza e diversi dirigenti in servizio. La partecipazione é gratuita e riconosciuta dal Miur. Per informazioni, contattare il n. 331.7713481. Per una consulenza gratuita, scrivere a [email protected]. Per aderire ai ricorsi su RIA, FUN, CIR consultare il sito internet www.udir.it. Per maggiori informazioni, anche sugli altri seminari già programmati in varie città italiane, è possibile consultare il link.
Scarica la locandina e invia la scheda di partecipazione al convegno del 14 marzo.

2 marzo 2017

Ufficio Stampa Udir

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