Riforma sostegno, Rapisarda: Altro che pannolini, eccesso di mansioni al personale ATA crea solo confusione
Nei giorni scorsi, il Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. Gianluca Rapisarda è intervenuto nuovamente sul delicato tema dell’assistenza personale degli allievi con disabilità, in seguito ad una nota recentemente prodotta dalla Feder.A.T.A. (Federazione Nazionale del Personale Amministrativo Tecnico Ausiliario della Scuola (prococollo n. 27 del 12 aprile 2017), intitolata No al cambio pannolino e alla pulizia intima dell’alunno disabile.
In tale nota vengono citate le mansioni contenute negli articoli 47 e 48 della Tabella A del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) 2002-2005, ove si accettano sia le mansioni di accompagnamento degli alunni con disabilità all’ingresso, nei locali e all’uscita della scuola, sia le mansioni di «accompagnamento ai servizi igienici e cura dell’igiene personale». La Feder.A.T.A. scorpora però, da questi ultimi compiti, quello del «cambio del pannolino», sostenendo che non possa essere obbligatorio perché richiede una particolare preparazione.
Al riguardo, dichiara Gianluca Rapisarda: “Il problema è che le mansioni a carico del personale ATA rispetto all’assistenza igienico-personale degli alunni/studenti con disabilità sono state ulteriormente aggravate con la definitiva approvazione nelle scorse settimane del Decreto attuativo della Buona Scuola sull’inclusione scolastica.
Infatti, con la sua entrata in vigore, ai collaboratori scolastici saranno affidati dei nuovi e più “pesanti” compiti. Altro che pannolini o meno!”
Aggiunge il Direttore Gianluca Rapisarda: “Come avevo già anticipato con preoccupazione alla stampa qualche settimana fa, è l’articolo 3, comma 4, della suddetta delega a prevedere tali nuove “incombenze” per il personale ATA; qui si legge infatti che il collaboratore scolastico si dovrà occupare personalmente dell’assistenza di base igienico-personale degli alunni disabili e per questo dovrà partecipare a dei corsi di formazione generale previsti dal piano nazionale.”
”Tuttavia –spiega Gianluca Rapisarda-, è mia convinzione che il comma 4 dell’art 3 del D.Lgs n. 378, considerate le premesse e stanti così le cose, farà certamente discutere, perché su di esso ancora non c’è molta chiarezza. Infatti, mentre oggi il supporto da parte dei collaboratori scolastici è facoltativo, visto che solitamente è il personale specializzato con corsi di formazione da 900 ore ad occuparsi dei bisogni degli allievi con disabilità, con l’avvenuta approvazione della riforma questi saranno obbligati ad occuparsi della loro assistenza di base igienico-personale.”
Prosegue il Direttore scientifico Gianluca Rapisarda: “La cosa più sorprendente è che, nonostante il D.Lgs 378 preveda corsi di formazione obbligatori per il personale ATA, esso però non si cura di specificare nel dettaglio né le modalità di svolgimento, né il numero di ore di tali iniziative formative.”
“Nel reiterare tutte le mie perplessità sulla questione –precisa Gianluca Rapisarda-, credo che, se non si provvederà ad un serio piano di assunzione in ruolo dei collaboratori scolastici e se il numero di ore di formazione obbligatoria previsto per quelli già in servizio dal già citato comma 4 dell’articolo 3 della delega sull’inclusione rimarrà di 40 (come previsto dall’art 47 del loro CCNL), non si riuscirà mai a sostituire adeguatamente Operatori sociali che hanno effettuato una formazione di n. 900, come stabilisce la legge e come viene richiesto dagli Enti Pubblici per i servizi socio-assistenziali in favore degli alunni/studenti con gravi disabilità.”
“Non sottovalutiamo inoltre il fatto –continua il Direttore Gianluca Rapisarda- che tale nuova delicata funzione per il personale ATA andrebbe ad aggiungersi a tutte le altre già espletate nel corso della quotidianità.”
“Come dire conclude Gianluca Rapisarda-, che paradossalmente la nuova Riforma del sostegno non solo danneggerà i collaboratori scolastici che vedranno “intensificato” il proprio lavoro all’interno del normale orario di servizio, ma soprattutto gli alunni disabili, con il rischio di una scarsa qualità del servizio di assistenza personale e con buona pace di un loro efficace e proficuo processo di inclusione.”