Pedagogia e Cibernetica per contrastare il fenomeno del cyberbullismo
I progetti delle varie scuole a Roma sul bullismo alla presenza della Presidente della Camera Boldrini e del Ministro dell‘ Istruzione Giannini, costituiscono, indubbiamente, una lodevole iniziativa e un ulteriore passo in avanti per avviare un più ampio processo di formazione, sensibilizzazione e contrasto a tutte le forme di violenza nei riguardi dei ragazzi più deboli.
L’ obiettivo dei progetti è quello di porre la parola fine ad una delle forme più esecrabili di violenza psichica – quella on line – e vedere un giorno i bulli vergognarsi delle loro azioni.
Questi progetti, in linea con il Piano Nazionale “Le scuole unite contro il bullismo” per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola, non possono restare casi isolati e circoscritti al solo ambito scolastico, ma devono coinvolgere in maniera sempre più incisiva, istituzioni, famiglia e società per dar vita ad una collaborazione attiva, finalizzata alla formazione e all’ uso corretto e positivo della Rete e, soprattutto, alla segnalazione e alla risoluzione di qualsiasi forma di disagio esistenziale degli adolescenti che, secondo i dati raccolti dall‘ ultima indagine ed esposti nel Piano, nella maggior parte dei casi, è causato da immagini o parole che possono turbare o infastidire (rischi di contenuto), violazione di identità (rischi da contatto), adescamento.
Numerose e diversificate sono le iniziative e le azioni di contrasto all’illegalità e ad ogni forma di disturbo o anomalo comportamento da parte del Ministero dell’Istruzione. Progetti come “Generazioni Connesse”, “Il mio diario”, “Verso una scuola amica” , ma anche il Piano nazionale di Formazione dei docenti, hanno il non facile compito di favorire il controllo sociale, la conoscenza e l’utilizzo di precipue competenze psico-pedagogiche finalizzate alla costruzione di un apparato di controllo non repressivo e punitivo, ad un nuovo orientamento educativo e ad una nuova distribuzione delle competenze in fatto di interventi a favore di adolescenti portatori di disturbi nei processi di crescita che spingono verso l’aggressività o altre forme di disagio sociale.
Si può dire che tutta la scuola è in fermento per cercare di arginare questo triste e deprecabile fenomeno, senza dimenticare che l’incapacità di questi ragazzi a dare risposte e segnali positivi, la costante fuga dalle responsabilità, le difficoltà a sottrarsi a certi condizionamenti negativi, sono anche la nostra sconfitta come singoli e come società, per non avere fornito loro i mezzi e le giuste occasioni per rendere significativo e operante lo spazio vitale di un “Io” sofferente, chiuso, soffocato e limitato.
Il bullo, il ragazzo difficile carico di carenze e frustrazioni, vittima di un processo di crescita complesso, sollecita atteggiamenti e comportamenti non di condanna, ma di serena responsabilità, sicché ciascuno è chiamato ad un approccio corretto e non pregiudiziale al fenomeno, presupposto essenziale per un efficace impegno educativo e operativo nel drammatico fenomeno del disagio adolescenziale in ambito scolastico.
Le dieci azioni previste dal Piano nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, vanno, dunque, al di là dei finalismi fissati dalla norma e intendono fornire gli strumenti perché questa capacità di scelta possa orientarli nella selezione di ciò che è positivo o
negativo, educando al rispetto dell’altro e a una buona cittadinanza digitale. In pratica, l’ esperienza scolastica deve fornire a ciascuno una realtà di vita, un valore che non può avere supplenze, un’ occasione insostituibile per soddisfare il loro essenziale bisogno di socializzazione. L’errore è confermarli nella certezza di essere diversi, incapaci di distinguere il male dal bene, completamente privi di ogni possibilità di dare un significato positivo al proprio essere con gli altri.
Pertanto, prima di invocare atteggiamenti e comportamenti repressivi, dobbiamo cercare di capire cosa c’è dietro ad ogni ragazzo in fuga e quali soluzioni adottare; quasi sempre c ‘è una scolarizzazione carente e un sistema di valori che tende a deformare tutto ciò che di realmente umano, buono e giusto vi è nella persona. Questa triste realtà costituisce il nucleo fondamentale di alcuni fallimenti educativi che potrebbero essere evitati promuovendo processi di Pedagogia Diretta, senza il controllo e la mediazione del docente, attraverso gli stessi mezzi elettronici utilizzati per ferire e per offendere.
Utile, importante e fondamentale, a tal proposito, è la scelta e la definizione in classe del responsabile digitale, un ragazzo che diffonde in rete messaggi positivi, che si impegna a controllare, ad essere sempre attento ai piccoli e ai deboli del gruppo, che cerca di essere sempre in ascolto e si impegna a diventare il loro interprete.
In altre parole, anche se tutti sono chiamati a partecipare a questa stessa missione, il responsabile digitale è colui che, in forza del suo mandato, ha l’obbligo di prendere instancabilmente la difesa dei compagni feriti ed interagire positivamente con ciascun membro del gruppo; deve cioè rappresentare un sicuro punto di riferimento, un mentore che dà voce a chi non ha voce e che, vivendo in armonia e stabilendo legami veri, calorosi e fraterni con gli altri, riesce a creare un’ atmosfera e un ambiente di pace e di gioia tra tutti i suoi membri.
In questa prospettiva, Pedagogia e Cibernetica, se opportunamente utilizzati e valorizzati, possono costituire un’ arma vincente in grado di assicurare una maggiore efficacia all’azione educativa sia sul piano sociale che su quello morale e civico.
Il ragazzo oppositivo che si occulta nell’indifferenza, che diventa impassibile verso il dolore e la sofferenza altrui, potrebbe in questo modo aggrapparsi alle mani del compagno, prendere lo slancio ed avviarsi verso qualcosa che, sicuramente, è più edificante della noia, dell’ avvilimento, del piacere a fare del male, della rinuncia alle responsabilità e incamminarsi verso la via del bene, della gioia, dell’ amore, della condivisione.
Fernando Mazzeo (Pedagogista – Docente Scuola Secondaria di primo Grado