Nuove classi di concorso: lo stop al loro rinnovo non può che trovare l’Anief d’accordo

Di Lalla
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Ufficio Stampa Anief – L’idea del Ministro Profumo di approvare un decreto privo del consenso parlamentare e del confronto con le parti interessate avrebbe portato a un decreto ministeriale debole. E quindi esposto ad un altissimo numero di contenziosi.

Ufficio Stampa Anief – L’idea del Ministro Profumo di approvare un decreto privo del consenso parlamentare e del confronto con le parti interessate avrebbe portato a un decreto ministeriale debole. E quindi esposto ad un altissimo numero di contenziosi.

Il sempre più probabile mancato rinnovo delle classi di concorso dei docenti non può che trovare l’Anief d’accordo. Il loro restyling frettoloso, senza confronto parlamentare, oltre che con le parti direttamente interessate, avrebbe portato alla stesura di un decreto non ragionato, pieno zeppo di errori, oltre che irrispettoso delle regole. Il nostro sindacato ha infatti sempre sostenuto che la via maestra, oltre che unica, per mettere mano alle classi concorsuali rimane quello di approvare un nuovo regolamento della materia con il consenso necessariamente delle commissioni parlamentari.

“Decidere di aggirare questo percorso obbligato, approfittando del particolare momento storico di fine legislatura, con le elezioni politiche e amministrative imminenti, avrebbe senza dubbio portato all’approvazione di un decreto ministeriale debole. E quindi esposto ad un altissimo numero di contenziosi”, ha dichiarato Marcello Pacifico, il presidente dell’Anief.

“Anche se con molto ritardo, il ministro Profumo ha evidentemente compreso che insistere su questa strada sarebbe stato per il dicastero da lui diretto davvero pericoloso. Perché le procedure normative vanno sempre rispettate. Senza rincorse o salti improvvisi. I cui effetti negativi si sarebbero presto riversati su diverse migliaia di lavoratori. Anche la politica di introdurre gradualmente le nuove classi di concorso, in questa prima fase valide solo per i concorsi rinnovati e Tfa speciali, – conclude il presidente Anief – avrebbe condotto ad un solo risultato sicuro: alimentare il caos amministrativo e incrementare la complessità della burocrazia scolastica”.

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