TFA Lombardia secondo ciclo, situazione sempre più pasticciata. In attesa di istruzioni del Miur
Le Università lombarde non sono riuscite a trovare un accordo. Il CORECO (Comitato regionale di Coordinamento) ritiene di non poter riformulare la proposta già avanzata. D'altro canto la telematica E Campus non si sente in difetto.
Le Università lombarde non sono riuscite a trovare un accordo. Il CORECO (Comitato regionale di Coordinamento) ritiene di non poter riformulare la proposta già avanzata. D'altro canto la telematica E Campus non si sente in difetto.
Il Coreco definisce la situazione attuale "legata ai tempi e alle modalità di intervento dell'Università telematica e-Campus, che si è tradotta in uno stato di grave disagio, confusione e incertezza per gli atenei, ma soprattutto per gli aspiranti tirocinanti"
E tuttavia nell'audizione del 27 ottobre scorso, il Comitato di coordinamento d'intesa con l'USR della Regione Lombardia ha ritenuto di non non dover modificare la proposta di distribuzione di posti già avanzata. In particolare, gli elementi forniti dall'università telematica e-Campus non hanno reso possibile una rimodulazione dell'offerta stessa. Il comunicato
Pronta la difesa di E Campus dalle pagine del Corriere.it "Basta considerarci un ateneo di serie B, quando si è trattato di distribuire i posti nessuno ci ha chiamato", attacca Alfonso Lovito, direttore generale di eCampus. Che spiega: «Quando abbiamo inoltrato al Cineca l'offerta formativa abbiamo inserito anche la possibilità di 1.900 posti per il Tfa, perché 1.900 erano quelli dati alla Lombardia» per quelle 27 classi. "Il Cineca ha dato l'ok, nessuno di noi ha violato il suo sistema, quindi non vedo dove abbiamo sbagliato".
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"Noi siamo disponibili a ridiscutere sui numeri – ragiona Lovito –, ma dall'altra parte c'è stato soltanto silenzio. E quando siamo stati convocati per risolvere la questione, il 10 ottobre scorso, ci siamo presentati solo noi, gli altri non c'erano». "Il ministero dell'Istruzione si assuma la responsabilità delle sue azioni», continua il direttore generale. «Intanto noi continuiamo ad essere contrari ai “cartelli” universitari, forse è per questo che diamo fastidio"
D'altra parte il Miur non può modificare, ad un mese dalla conclusione delle selezioni (che devono tassativamente concludersi entro il 30 novembre 2014, se si vuole permettere la chiusura dei corsi entro il 31 luglio 2015 e quindi permettere la partecipazione ai concorsi) l'offerta formativa nazionale già stabilita a giugno (il decreto di maggio fu corretto per far posto alla Valle d'Aosta), perchè significherebbe dover riaprire nuovamente le iscrizioni.
Un pasticcio insomma, degno della migliore tradizione del TFA, che ad oggi non viene smentita.
Intanto, poichè scadeva oggi il termine per il riallineamento dell'offerta formativa, bisognerà attendere nuove istruzioni da parte del Miur.