Stipendio legato a formazione, competenze e alle ore lavorative. Si delinea futuro professione docente
red – Addio agli scatti di anzianità? Il cantiere del Ministero per elaborare una proposta per la valutazione dei docenti si è messo in moto. In quale direzione si sta procedendo? Vi diamo qualche anticipazione, ricostruendo quanto seminato in questi anni.
red – Addio agli scatti di anzianità? Il cantiere del Ministero per elaborare una proposta per la valutazione dei docenti si è messo in moto. In quale direzione si sta procedendo? Vi diamo qualche anticipazione, ricostruendo quanto seminato in questi anni.
Che gli stipendi dei docenti non siano dignitosi di un mestiere così centrale nella vita del paese, non è certo una novità. A sostenerlo tutti i Ministri che in questi anni si sono susseguiti, sulla scorta delle indicazioni giunte dall’Europa che vogliono l’istituzione di un sistema premiale che leghi lo stipendio al merito. Ma in che modo? Saranno tre i canali che contribuiranno a valorizzare la nostra professione.
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Formazione
Premi ai docenti che si formano, che studiano. Ne ha dato un accenno lo stesso Ministro Giannini dopo il suo insediamento e il segnale che va in questa direzione può essere riscontrato nelle recenti operazioni di aggiornamento delle Graduatorie d’Istituto dove, per la prima volta, oltre ai soliti titoli, sono apparsi quelli di carattere informatico, dall’ECDL alle LIM. Sarà caccia al titolo?
Competenze
Altro aspetto sarà la misurazione delle competenze degli insegnanti. Qui si apre un nodo cruciale, sarà possibile valutarle attraverso quelle degli studenti? Non saranno le prove Invalsi a misurare la bravura dei prof, almeno secondo quanto riferito più volte dal Sottosegretario Reggi. I test della prova nazionale serviranno per valutare le scuole in quanto sistema. Anche se, in caso di risultati negativi, la soluzione potrebbe consistere in una formazione dei docenti per colmare le lacune.
Quale sarà, dunque, il parametro per la valutazione delle competenze dei prof? C’è, ad esempio, la sperimentazione "Valorizza", che ha basato la valutazione sulla reputazione dei docenti valutata da un team e utilizzando un misto tra conoscenza candidati (i docenti), il curriclum e le risposte ad un questionario inviato a genitori e alunni.
Ma sul metodo reputazionale si schiera a muro la Fondazione Agnelli che non ritiene i meccanismi premiali su base reputazionale "convincenti" e secondo la quale "avrebbe molto più senso, invece, valorizzare attitudini e competenze specifiche dei docenti nell’ambito di una carriera”. Insomma, lo scontro è aperto.
Aumento delle ore lavorative
Altro aspetta che sarà preso in considerazione riugarderà la quantità di ore lavorative. E’ argomento di questi giorni, legato al mantra delle 24 ore e sulla cui questione abbiamo già speso qualche parola. In sintesi, sarà data la possibilità ai docenti di lavorare di più, se lo vorranno, per impiegarsi in attività complementari alla didattica, a partire da attività pomeridiano (e qualcuno vocifera anche estive) al fine di consentire alle scuole di offrire al territorio una più ampia offerta formativa. Il tutto, va da sè, senza toccare organici e decurtare posti per i docenti precari, almeno si spera.
Chiaramente, ad un aumento di ore lavorative coinciderà un aumento di stipendio.
La valorizzazione del personale docente passerà, dunque, attraverso questo tridente. Adesso bisognerà capire che fine faranno gli scatti stipendiali, se resteranno invariati e sui quali si innesterà la nuova valutazione o se ne saranno modificati i parametri, diminuendone la portata. Di una loro dipartita non se ne parla, a meno che non si vogliano vedere i docenti riempire le piazze e si voglia rilanciare l’azione sindacale.