Sport di classe: un nuovo progetto per l’educazione fisica, mentre al sud sempre meno bambini fanno sport
Il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, ha presentato il progetto ‘Sport di Classe’, promosso da Miur, Coni Cip e presidenza del Consiglio dei Ministri agli alunni dell’Istituto comprensivo ‘Daniele Manin’ di Roma.
Il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, ha presentato il progetto ‘Sport di Classe’, promosso da Miur, Coni Cip e presidenza del Consiglio dei Ministri agli alunni dell’Istituto comprensivo ‘Daniele Manin’ di Roma.
"Credo che lo sport, come lo studio, sia una delle cose più belle e appassionanti che si possano fare nella vita. Lo sport è per tutti, ma ci vogliono anche insegnanti di educazione fisica che da subito vi insegnino questi sport" ha detto il ministro.
"La cosa che avremmo voluto fare concretamente è quella di mettere insieme quelle forze che si occupano di sport e il Coni è una fondamentale figura di coordinamento. Non ce l’avremmo fatta da soli -spiega Giannini- la buona scuola parte dal collegamento diretto con il Coni e il Comitato Paralimpico, oltre a una presidenza del Consiglio che ha fatto subito della scuola la bandiera di questo governo. Aiutateci a tenere alta questa bandiera, come quella italiana. È il messaggio più forte che noi cerchiamo di dare. Si deve imparare da subito la familiarità con la disciplina del nostro corpo, altrimenti è difficile avere uno stile di vita salutare e diventare campioni", conclude il titolare di Viale Trastevere.
Anche Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha commentato il progetto in maniera molto positiva:"C’è una nuova arma per combattere e magari vincere la "madre di tutte le battaglie".
" Ho litigato – ha raccontato, alla presentazione del progetto in una scuola romana, il numero uno dello sport italiano – con chi mi consigliava di non fare impicciare il Coni nel tema della scuola, ma non gli ho dato ascolto. Siamo partiti dal format portato avanti dai miei predecessori, abbiamo cambiato il nome, perché alfabetizzazione motoria non mi era mai piaciuto, e siamo riusciti ad allestire un percorso più chiaro".
Il progetto prevede una gestione dell’Educazione fisica e dell’attività sportiva condivisa tra Miur e Coni, l’introduzione della figura del tutor sportivo scolastico, un’attenzione particolare agli studenti con disabilità e una sperimentazione iniziale riservata per le classi terze, quarte e quinte della scuola primaria.
"Siamo di fronte a un momento epocale: questo progetto ci responsabilizza e denota la nostra totale sinergia con lo Stato. Il Coni metterà tutte le sue risorse a disposizione e sarà favorevole anche all’intervento dei privati per una completa quadratura del cerchio», ha spiegato Malagò. Per Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, il progetto "Sport di Classe" può segnare un punto di svolta fondamentale: "È una giornata molto importante per la scuola italiana e per lo sport italiano. Lo sport fa parte del grande progetto educativo scolastico perché è uno straordinario strumento di educazione e di cultura comunitaria".
Intanto non arrivano buone notizie dalla frequenza di attività non agonistiche da parte dei bambini: soprattutto per quelli che vivono a Centro-Sud il calo dei certificati sportivi richiesti negli ultimi tre anni ai pediatri di famiglia si sono ridotti anche del 40% in alcune regioni.
In Trentino, Lombardia, Toscana, Marche e nella Provincia di Bolzano non si sono registrate variazioni per la richiesta di certificati. In Veneto sono persino aumentate.
Ma sono stati sempre meno i genitori che hanno richiesto certificati sportivi in Abruzzo (dove la riduzione si è attestata al 40%), in Puglia, Umbria e Sardegna.
Anche la scuola non aiuta:ci sono istituti con 20 classi o 30 classi e una sola palestra e questo fa aumentare il divario tra Nord e Sud nella salute dei ragazzi.
Il quadro cambia completamente al Nord. "In Veneto per esempio – spiega il presidente della Fimp Giampietro Chiamenti – si conferma addirittura un aumento delle attività extra-scolastiche, legate ad un offerta maggiore delle palestre e delle strutture sportive. E chiaro che il problema è economico".
La situazione potrebbe ancora peggiorare con le nuove indicazioni sui certificati per le attività non agonistiche, che potrebbe portare ad una riduzione maggiore di richieste di certificati, perché costeranno di più. Infatti, anche se non è più necessario il certificato per le attività ludico-sportive, resterà obbligatoria la certificazione per chi si iscrive in palestre affiliate al Coni, compreso il costo di un elettrocardiogramma.
"I bambini tendono naturalmente a fare attività fisica. Ma oggi abbiamo tolto loro tutti gli spazi. Basterebbero parchi attrezzati, piste ciclabili, cortili aperti per muoversi senza costi", dice il presidente della Fimp Giampietro Chiamenti.