Scuola – CAOS assunzioni, ecco il primo risultato dell’arroganza e dell’incompetenza del governo

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La fase nazionale del piano straordinario di assunzioni del personale docente previsto dalla legge 107 rischia di rivelarsi un flop.

La fase nazionale del piano straordinario di assunzioni del personale docente previsto dalla legge 107 rischia di rivelarsi un flop. Se l'obiettivo era quello di svuotare le graduatorie ad esaurimento dei docenti, non sembrano proprio profilarsi le condizioni favorevoli per raggiungere lo scopo: l'obbligo di indicare tutte le 100 province italiane, e lo spauracchio di essere cancellati dalle graduatorie provinciali per chi rifiuta un posto nella fase nazionale, stanno convincendo la maggior parte dei precari, non più giovani (l'età media è di 41 anni), con famiglie, figli piccoli o genitori anziani, a desistere dal partecipare alla fase nazionale, preferendo la precarietà nei loro luoghi di vita e di relazione, piuttosto che subire una deportazione forzata in posti lontanissimi dalla propria residenza; in particolare vi sarebbe un flusso di decine di migliaia di docenti donne dal sud al nord. La rottura della funzione sociale svolta in particolare dalle donne all'interno della famiglia avrebbe costi sociali altissimi, e la società italiana, che ha una tradizione solidale, sembra avere gli anticorpi per opporsi a questo disegno degno dei peggiori regimi totalitari.

Mentre il MIUR, andando oltre la legge, nella FAQ n. 10 si lancia in un'inquietante rivelazione, ovvero la possibilità che le graduatorie vengano “soppresse”. Un modo di comunicare minaccioso tipico dei meccanismi estorsivi.

Non solo: con la battuta “gli ultimi saranno i primi” (vedi lettera
<http://m.orizzontescuola.it/news/immissioni-ruolo-partire-po-morire-ultimi-saranno-primi-matteo-20-1-16-lettera>)
sta emergendo un'altra grave contraddizione della legge: dopo aver sistemato i docenti della fase b) sui posti disponibili in tutto il territorio nazionale, verranno sistemati i docenti della fase c), posizionati dopo quelli della fase b), su altri posti, quelli del cosiddetto “organico potenziato”, che non saranno più disponibili per coloro che li precedono. Un vero assurdo giuridico, contrario ai più elementari principi del merito, e quindi anticostituzionale, che mostra in piena evidenza la desolante pochezza di chi l'ha pensato, e la disarmante superficialità di chi l'ha votato.

Se invece di pensare che le proposte di emendamenti fossero atti di ostruzionismo, ci fosse stata l'umiltà di un vero ascolto nei confronti di chi è davvero competente nelle questioni affrontate, questa brutta figura e questa sofferenza generalizzata per decine di migliaia di famiglie italiane si sarebbe potuta evitare: sarebbe stato sufficiente unificare le fasi nazionali, per salvaguardare il principio del merito, e limitare la sanzione della cancellazione dalle graduatorie provinciali ai soli docenti che rifiutano un posto assegnato nella propria provincia, come avviene già ora. Questo avrebbe certamente accelerato lo svuotamento delle graduatorie offrendo la prospettiva di un ruolo fuori provincia non come una minaccia, ma come un'opportunità. E' quasi lapalissiano, ma l'arroganza e l'incompetenza di chi vuol vantarsi di “fare” (senza riflettere evidentemente), insieme alla colpevole superficialità di chi, invece di appellarsi alla propria scienza e coscienza, si limita agli ordini di scuderia, rendono ciechi e sordi. Questo è solo il primo atto applicativo della legge; vedremo gli altri.

Maurizio Berni, coordinatore provinciale della Gilda degli Insegnanti di Pisa

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