Riforma scuola. Rivoluzione digitale: informatica, inglese e coding
Formazione permanente degli insegnanti ed educatore digitale Nella riforma della scuola targata Renzi e Giannini si è parlato molto della rivoluzione digitale: informatica potenziata fin dai primi anni di scuola, inglese potenziato dalla scuola primaria, lavagne multimediali, tablet e connessioni fisse. La proposta vuol sopperire alla scarsa presenza tecnologica nelle scuole.
Formazione permanente degli insegnanti ed educatore digitale Nella riforma della scuola targata Renzi e Giannini si è parlato molto della rivoluzione digitale: informatica potenziata fin dai primi anni di scuola, inglese potenziato dalla scuola primaria, lavagne multimediali, tablet e connessioni fisse. La proposta vuol sopperire alla scarsa presenza tecnologica nelle scuole.
La scuola digitale, annunciata durante il Meeting di Cl, doveva essere discussa nel CdM di oggi, discussione, rimandata con tutta la riforma scolastica a settembre, di una proposta che vuol mettere gli alunni italiani al passo con i coetanei dell’Unione Europea. Quali cambiamenti porterebbe? L’informatica nella scuola elementare esiste già anche se è la materia alla quale si dedicano attualmente meno ore: 1 alla settimana per un totale di 4 ore mensili. Nonostante si annunci la rivoluzione digitale nessun annuncio di un possibile aumento delle ore di informatica, materia che al momento viene insegnata dai docenti curriculari.
Strumenti digitali
Si è parlato quindi di Lim, già presenti in molte scuole, della fornitura di tablet (si era parlato addirittura di uno ogni studente nelle scuole del Sud), connessione WiFi nelle scuole, che al momento, denunciano gli studenti, è ancora molto lenta, di ebook, che avrebbero abbattuto efficacemente il caro libri. Ma fino ad ora non si sono viste molte novità al riguardo: la circolare del MIUR del 9 aprile scorso, diceva che i docenti poteva preparare materiale digitale da usare come libri di testo in piena autonomia, sempre per ridurre le spese delle famiglie degli studenti.
Coding nella scuola
La proposta , annunciata nel corso di un convegno a viale Trastevere, vorrebbe abbracciare la possibilità di importare dall’America il “coding”, basata sul modello di code.org, per insegnare ai giovanissimi le basi principali della programmazione. Si partirebbe dalla scuola primarie e secondaria di primo grado per arrivare, pian piano, a coprire tutto il percorso di studi. Gli insegnanti italiani sarebbero al momento in grado di farlo? La Giannini ha preannunciato che sarebbe necessaria formazione permanente per i docenti. Certo è che la classe docente italiana avrebbe bisogno di aggiornamenti sulla didattica che permette di insegnare la programmazione e l’informatica, formazione prevista già dall’ex ministro dell’Istruzione Carrozza. Ad affiancare la proposta del ministro e del governo anche una proposta del Pd che vorrebbe un educatore digitale in ogni istituto scolastico. La proposta, presentata da Anna Ascani che sarà discussa nella commissione Cultura di Montecitorio a settembre, vorrebbe evitare la distinzione tra scuole di serie A e di serie B “Non ci può essere un istituto cablato con iPad e a pochi chilometri un altro che fa solo lezioni frontali e non ha neanche una connessione. Ovviamente non vogliamo annullare le eccellenze ma garantire a tutti degli standard minimi".”. Il compito dell’educatore digitale sarà quello di coordinare docenti e studenti nello sfruttamento delle possibilità offerte dalla tecnologia.