Riforma classi di concorso. Licei: quadro riassuntivo per A050, A051, A052, A036, A037

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Antonio Giardinadocente di A051 presso l’Istituto di Istruzione Superiore “G. Verga” di Modica (RG) –  Alla fine, dopo un lungo e travagliato percorso iniziato nel 2009, il Miur ha elaborato una nuova bozza di riordino delle classi di concorso, licenziata in prima lettura dal C.d.M. poco prima di ferragosto, unitamente ad uno schema di regolamento, che dovrà compiere l’iter previsto per tutte le norme delegate (in questo caso, la delega proviene dall’art. 64 della poco amata legge 133/2008).

Antonio Giardinadocente di A051 presso l’Istituto di Istruzione Superiore “G. Verga” di Modica (RG) –  Alla fine, dopo un lungo e travagliato percorso iniziato nel 2009, il Miur ha elaborato una nuova bozza di riordino delle classi di concorso, licenziata in prima lettura dal C.d.M. poco prima di ferragosto, unitamente ad uno schema di regolamento, che dovrà compiere l’iter previsto per tutte le norme delegate (in questo caso, la delega proviene dall’art. 64 della poco amata legge 133/2008).

Numerose e spesso vibranti sono state le prese di posizione da parte di varie organizzazioni – sindacati, coordinamenti di docenti, gruppi facebook – nei confronti delle precedenti ipotesi ministeriali di riordino delle classi di concorso.

Nel caso dell’attuale tabella, pubblicata anche su questo sito, è sicuramente utile, prima di esprimere una valutazione, soffermarsi a considerare il complesso delle attribuzioni dei vari insegnamenti liceali a quelle classi di concorso che risultano, di fatto ormai da anni, tra loro strettamente connesse: è il caso delle “vecchie” A050, A051, A052, A036 e A037.

Da qui è nata l’idea di rielaborare il quadro ministeriale, in una tabella – di seguito allegata – strutturata non per classe di concorso, ma per licei, per materie e con i vecchi codici previsti dal D.M. 39 del 30.01.1998.

Va detto subito che la bozza ministeriale attuale, se non verrà modificata, trasformerà in una regola definitiva una scomoda situazione di fatto, finora considerata provvisoria: le cattedre atipiche.

Dando un semplice sguardo d’insieme, si nota subito quanto numerose siano le attribuzioni a regime di un medesimo insegnamento a due classi di concorso: 50/51 è in assoluto quella più diffusa, seguita da 36/37.

Solo in determinati casi l’atipicità viene prevista come circostanza “provvisoria”, fino a quando non ci saranno più, per la classe di concorso destinata ad uscire dal percorso, docenti titolari in servizio o docenti abilitati inseriti in GaE – il che equivale a dire per i prossimi venti o trent’anni –: è questo il caso, per esempio, della Lingua e letteratura italiana per tutto il quinquennio e della Storia e Geografia per il 1° biennio presso il Liceo linguistico, lo Scientifico tradizionale e il Liceo delle Scienze umane generale, discipline che saranno attribuite, quando sarà, esclusivamente a docenti di A051 (A-11 secondo i nuovi codici).

Certo si resta perplessi quando le atipicità diventano “triplici” (50/51/37), come saranno a regime le cattedre di Storia nel 2° biennio e nel 5° anno presso il Liceo artistico, il Musicale e lo Scientifico opzione scienze applicate. E le perplessità aumentano di fronte all’inedita atipicità 51/37, prevista per l’insegnamento della Storia nel 2° biennio e nel 5° anno del Liceo linguistico.

Il messaggio che traspare da tali scelte sembra essere quello di una rinuncia a porre ordine in un caos di attribuzioni, consolidatosi ormai negli anni. Va ricordato, infatti, che le cattedre atipiche traggono la loro origine dall’abolizione, avvenuta alla fine degli anni Novanta, del glorioso e antico “Istituto magistrale”, dove alcune delle classi di concorso sopra ricordate convivevano piuttosto armonicamente, anche perché ben regolamentate. L’estensione delle cattedre atipiche, diffusesi nel frattempo con le sperimentazioni, a tutti i nuovi licei nati nel 2010 ha solo generalizzato una situazione di fatto già esistente presso numerose realtà scolastiche.

D’altro canto, la bozza ministeriale sembra rispondere bene alle esigenze e ai principi della cosiddetta “buona scuola”: flessibilità e intercambiabilità per tutti, per produrre efficienza e rapidità nella copertura delle cattedre e nell’impiego del personale. Criteri che, purtroppo, fanno a pugni con la qualità dell’insegnamento.

Di certo la bozza di riordino riafferma oggi un concetto spesso dimenticato in diversi contesti scolastici: la piena utilizzabilità del docente di “Discipline letterarie e latino” – che qualcuno si ostina a considerare ed impiegare soltanto come “docente di latino” – in quasi tutti i percorsi liceali. Si tratta, tuttavia, di una magra consolazione: per la classe 51 il numero delle cattedre atipiche, se la tabella di riordino verrà approvata così com’è, supererà di molto quello delle attribuzioni esclusive.

Un’ultima considerazione è bene fare nei confronti della classe A052 (A-13 secondo i nuovi codici). I docenti di “Discipline letterarie, latino e greco” hanno, a mio parere, ben poche gratificazioni alla luce di questa bozza di riordino, avendo possibilità di sbocco soltanto presso i licei classici, anche se per un ventaglio di cattedre leggermente più ampio rispetto al passato.

Forse sarebbe stato necessario compiere, in questo caso come negli altri prima ricordati, qualche scelta coraggiosa in più – sulle tracce della bozza precedente, redatta durante il governo Monti – soprattutto da parte di un legislatore che, stando a quanto più volte dichiarato, sembra avere tanto a cuore la qualità dell’insegnamento.

LICEI e CLASSI di CONCORSO
QUADRO RIASSUNTIVO per 36, 37, 50, 51, 52

 

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