Precariato. Clamoroso: Corte Costituzionale rinvia udienza per decidere su abuso contratti a termine

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La Corte Costituzionale ha rinviato l'udienza del 23 giugno prossimo, dal quale sarebbe dovuta scaturire la sentenza sull'abuso dei contratti a termine per il reclutamento in Italia.

La Corte Costituzionale ha rinviato l'udienza del 23 giugno prossimo, dal quale sarebbe dovuta scaturire la sentenza sull'abuso dei contratti a termine per il reclutamento in Italia.

Il rinvio è a data da destinarsi, al momento non esiste un'altra data calendarizzata.

Si tratta di giorni importanti e convulsi per il precariato italiano: da un lato lo stop al DDL Scuola che avrebbe dovuto mettere in atto un piano straordinario di 100mila assunzioni in ruolo, legate ad una modifica dell'attribuzione degli incarichi da parte dei Dirigenti Scolastici.

La Commissione Istruzione del Senato non si riunirà prima del prossimo martedì, ma i segnali non sono positivi. Lo stesso sottosegretario Faraone, in una intervista di stamattina, parla della possibilità di trasformare il DDL entro l'estate, ma questo di per sè escluderebbe la possibilità di poter mettere in atto il piano straordinario già dal 1° settembre 2015. La partita si giocherà sulla eventuale riduzione degli emendamenti 

Perchè è importante la sentenza della Corte Costituzionale. La Corte europea – come ci spiega l'Avv. Galleano – il 26 novembre 2014, “ha stabilito che l'utilizzo di personale a termine su un posto vacante in attesa dell'espletamento di un concorso è certamente legittima (punto 91).

La Corte ha però rilevato che, come risultava dalle ordinanza di rimessione, nel periodo che va dal 1999 al 2011, non erano stai effettuati concorsi nel settore della scuola (punto 106), con la conseguenza che si era verificato un abuso nell'utilizzo dei contratti a termine e che la disciplina di reclutamento nella scuola, come attualmente strutturata in Italia, pur essendo astrattamente legittima, nella sua attuazione concreta è contraria alla clausola 5 della Direttiva che impone l'adozione di misure preventive (ragioni oggettive, numero massimo dei rinnovi e durata complessiva dei contratti a termine) e sanzionatorie (riconoscimento di una rapporto di lavoro a tempo indeterminato od altra misura equivalente ed effettiva: punto 78), misure che non sono in alcun modo previste nella disciplina relativa alla scuola”. Qui la sentenza europea si è fermata ributtando la palla al giudice nazionale."

Giudice Nazionale che avrebbe dovuto esprimersi appunto il 23 giugno e dirimere in questo modo i ricorsi già depositati presso i Giudici del Lavoro, spesso fermi in attesa di questa sentenza.

Abuso contratti a termine: l'intervista all'Avv. Walter Miceli

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