Precari, Stato assicuri stipendi uguali a quelli di ruolo. Italia ha due mesi per rispondere all’UE

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red – E’ l’Europa a chiederlo. Altrimenti l’Itaia sarà portata davanti alla Corte Ue.  Secondo la Commissione europea, lo Stato italiano deve assicurare ai docenti precari stipendi uguali a quelli di ruolo, dato che svolgono lo stesso lavoro. Intervengono CISL e ANIEF

red – E’ l’Europa a chiederlo. Altrimenti l’Itaia sarà portata davanti alla Corte Ue.  Secondo la Commissione europea, lo Stato italiano deve assicurare ai docenti precari stipendi uguali a quelli di ruolo, dato che svolgono lo stesso lavoro. Intervengono CISL e ANIEF

Bruxelles chiede uno stop alla discriminazione dei docenti precari, mandando avanti la procedura di infrazione già aperta.

L’Italia, adesso, ha due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles altrimenti la Commissione la porterà dinanzi alla Corte Ue. La Commissione Ue, apprendiamo da un comunicato, ha ricevuto numerosi ricorsi che indicano come questo tipo di categoria di lavoratori è trattato in modo meno favorevole rispetto al personale stabilizzato.
 
La critica si concentra sulla reiterazione dei contratti a termine che lasciano questi lavoratori in condizioni precarie nonostante svolgano un lavoro permanente come gli altri. E le leggi non prevedono misure per prevenire tali abusi. Inoltre, ricevono un salario più basso rispetto ai docenti di ruolo nonostante abbiano le stesse qualifiche ed esperienze.

Per la Commissione, la situazione dei precari è contraria alla direttiva sul lavoro a tempo determinato.

Sulla faccenda sono intervenuti tempestivamente sia la CISL che l’ANIEF.

La CISL, per voce del segretario Scrima, punta sulla stabilizzazione dei precari, ricordando l’appena varato piano triennale di immissioni in ruolo: "Stabilizzare i rapporti di lavoro risolverebbe anche gli aspetti economici su cui interviene oggi la Commissione UE; chi è assunto a tempo indeterminato può infatti far valere anche ai fini economici l’anzianità accumulata col lavoro precario, come da sempre avviene quando si entra in ruolo."

"Impossibile – continua-, fino all’ultimo contratto, veder accolta la richiesta di attribuirgli anche gli scatti di anzianità, per l’indisponibilità a fornire la necessaria copertura economica."

Per l’ANIEF, la questione della disparità di trattamento tra docenti precari e di ruolo è contraria alla direttiva sul lavoro a tempo determinato.

"Dopo la messa in mora dell’Italia, – afferma Pacifico (Anief-Confedir) – quello giunto oggi è un altro segnale importante verso la stabilizzazione di oltre 137mila supplenti."

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