Pensioni, si lavora a modifica criteri. OCSE, incentivare trattenimento in servizio
Possibili modifiche ai criteri di pensionamento. Notizie giungono dal Ministero del Lavoro che punta ad una modifica dei requisiti di età della Legge Fornero per rimediare ad un ulteriore errore tecnico.
Possibili modifiche ai criteri di pensionamento. Notizie giungono dal Ministero del Lavoro che punta ad una modifica dei requisiti di età della Legge Fornero per rimediare ad un ulteriore errore tecnico.
Non è il primo presente nella riforma, basti pensare agli esodati o ai Quota 96 del 2012 del comparto scuola. Questa volta l'errore riguarda la doppia indicizzazione, che lega il progressivo crescere della speranza di vita sia ai requisiti di età per la vecchiaia (fino a 66-67 anni e oltre) sia all’anzianità per la pensione anticipata (arrivata a oltre 42 anni di contribuzione per gli uomini).
Una doppia indicizzazione che ha bloccato milioni di lavoratori restando in servizio per anni pur avendo maturato i contributi. E' la penalizzazione a bloccare il sistema.
Già in Parlamento si sta lavorando, nella Legge di Stabilità, al fine di eliminare le penalizzazioni, almeno per chi matura i requisiti pensionistici e la soglia minima di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. Ma sarebbe un primo intervento, l’idea che sta maturando è fissare in un limite massimo l’anzianità contributiva a 41 anni, svincolandola dai limiti di età. Questo consentirebbe di sbloccare il sistema e il flusso del turn-over.
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Sulla questione pensionistica è intervenuta ieri l'OCSE che ha evidenziato la necessità di intervenire ulteriormente sull'età pensionabile aumentando la permanenza al lavoro.
L'Ocse ha chiesto di puntare su due fattori chiave "assicurare un'estensione della carriera lavorativa per consentire un'adeguato ritiro pensionistico e un a più equa ripartizione generazionale del peso finanziario previdenziale".
Ha affermato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, "lavorare più a lungo e contribuire di più è il solo modo di ottenere un reddito decente in età pensionistica".
Crisi economica e aumento della speranza di vita rendono poco stabile il sistema, basti pensare che in Italia la spesa previdenziale è al 32% del totale. Anche se l'Italia dall'indagine "pension outlook" dell'OCSE, non ne esce male.
La spesa, infatti, nel lungo termine dovrebbe migliorare e attestarsi al 16%, a fronte di una media europea del 12%. Inoltre, sempre secondo l'OCSE, i pensionati italiano rischiano di meno rispetto ad altri paesi europei di oltrepassare il livello di povertà.
Requisiti pensionistici e novità sui prepensionamenti. Domanda entro il 15 gennaio