Il paradosso della mancanza dei prof di sostegno: l’anno parte con 3.671 assunzioni perse, eppure 12mila specializzati rimarranno supplenti

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Anief – Con l’inizio dell’anno scolastico, arriva l’impietosa notizia: non ci sono insegnanti di sostegno. Il grido d’allarme è partito nelle ultime ore.

Anief – Con l’inizio dell’anno scolastico, arriva l’impietosa notizia: non ci sono insegnanti di sostegno. Il grido d’allarme è partito nelle ultime ore.

A Milano il grosso dei posti vuoti sono sul sostegno: ne mancano 1.900”, ha detto il provveditore di Milano, Marco Bussetti, ricordando anche che i numeri di studenti disabili negli ultimi anni sono sempre in aumento: "più di 12mila. Sono arrivate 700 certificazioni in più solo nell'ultimo mese. E noi non abbiamo insegnanti per loro nonostante potremmo assumerne tantissimi”. E non è solo una necessità dei grandi centri del Nord, "perché lo stesso problema c'è in Sicilia o in Calabria: mancano gli specialisti, non ce ne sono in tutta Italia”. Anche perché quelli che ci sono continuano a fare i supplenti.

La gravità del dato è che si tratta del remake di un film già visto: anche “lo scorso anno, pur essendovi la copertura, ben 4.000 posti di sostengo al nord non sono stati assegnati”. E oggi siamo punto e daccapo. La carenza di docenti specializzati per i disabili riguarda tutte le regioni: “nel Lazio mancano circa 700 insegnanti di sostegno”. La situazione in provincia non è migliore: a Pistoia ci sono “46 cattedre vuote sul sostegno, ma mancano gli insegnanti”, a Prato le immissioni in ruolo non sono bastate: rimangono da coprire 34 cattedre per il sostegno. Potremmo andare avanti, ma ci fermiamo qui.

Eppure, quello delle graduatorie esaurite è un problema che poteva essere tranquillamente superato. Governo e Parlamento, infatti, non hanno permesso l’accesso nelle GaE dei 12.840 insegnanti di sostegno specializzati negli ultimi anni, attraverso il primo e secondo ciclo di Tfa: si tratta di docenti – selezionati su un numero preciso di posti individuato annualmente dal Miur – che hanno svolto lo stesso percorso formativo dei colleghi che si sono specializzati nel sostegno alla disabilità, sino al 2011, attraverso le Ssis. Invece, tutti questi specializzati, malgrado la Buona Scuola, anche quest’anno continueranno a sottoscrivere una supplenza – ad anno scolastico iniziato – su convocazione del dirigente scolastico.

Dai conteggi della rivista Tuttoscuola risulta che, complessivamente, se si tiene conto anche delle cattedre comuni, “delle 71.143 domande presentate ne dovrebbero andare a buon fine soltanto 55.373”. Un’analisi dettagliata della situazione è stata svolta dalla rivista Orizzonte Scuola: sulle immissioni in ruolo che non si potranno effettuare, per mancanza di aspiranti nelle graduatorie riconosciute dal Miur, “il dato che sicuramente salta all’occhio è quello relativo ai posti di sostegno. Non c’è dubbio infatti sull’assunzione già in fase B di tutti i docenti che hanno un punteggio più alto, rispetto ad altri ordini di scuola, nell’infanzia sostegno, nella primaria sostegno, nel primo grado sostegno. Il file infatti mostra chiaramente come i posti di sostegno in questi ordini di scuola siano superiori rispetto alle domande presentate. Infanzia: domande presentate 431 per 569 posti in fase B (rimarrebbero 138 posti al 31/8 non assegnati al ruolo e liberi per le supplenze); Primaria: domande presentate 2981 per 3118 posti in fase B (rimarrebbero 137 posti); I grado: domande presentata 1264 per 4660 posti in fase B (rimarrebbero 3396)”. In tutto, quindi, sono 3.671 i posti di sostegno della fase B (su 8.797) che andranno persi.

“Si tratta di un vero e proprio bug contenuto nella riforma – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché invece di cancellare la piaga del precariato scolastico, quella che il premier ha più volte chiamato ‘supplentite’, si è agito nel modo opposto: si continuano a tenere ai box, come supplenti, oltre 12mila docenti che, dopo essersi formati loro spese nelle università indicate dallo Stato, pagando circa 3mila euro a testa, potevano tranquillamente essere immessi in ruolo attraverso il piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma. Ancor di più perché i posti vacanti sono tre volte tanto: l’anno prossimo, infatti, partirà con 90mila cattedre di sostegno coperte da personale di ruolo su oltre 120mila posti a tutti gli effetti vacanti”.

Non sono affatto numeri ingigantiti, ma quelli necessari per garantire il diritto allo studio di più di 240mila alunni disabili certificati con problemi di apprendimento. Ora, è vero che il legislatore, nell’approvare la L. 128/2013, che ha comportato le assunzioni dell’ultimo triennio, ha preso come riferimento i numeri della disabilità scolastica di alcuni anni prima. Dimenticando di rispettare il rapporto uno a due tra docenti e studenti disabili. L’adeguamento, però, era stato già ribadito dalla sentenza n. 80/2010 della Corte Costituzionale, che ha annullato i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007: pertanto, l'organico dei docenti di sostegno va tarato con l’obiettivo primo di garantire il rapporto uno a due tra docenti specializzati e alunni disabili certificati.

“Il problema è che al Miur si continuano a considerare in deroga, assegnabili a supplenza solo fino al 30 giugno dell’anno successivo, dei posti liberi. Se nel 2014/15 abbiamo chiamato 38.000 supplenti di sostegno, al netto dei posti in deroga attivati, perché oggi stabilizziamo soltanto 8 docenti? Che fine hanno fatto gli altri posti? Tra l’altro, la situazione può solo che peggiorare, visto che i dati degli disabili certificati iscritti ad un corso scolastico sono in progressivo aumento. La verità è che si continua a ignorare la direttiva europea 70/1999 e la sentenza della Corte di Giustizia europea sui posti vacanti e sulle assunzioni di tutto il personale che ha svolto più di 36 mesi di servizio”.

Anief ricorda che contro il sottodimensionamento dei posti vacanti, possono ricorrere tutti i docenti di sostegno con contratto annuale sino al 30 giugno, che prestano servizio su posto vacante senza sostituire nessun collega di ruolo. Possono presentare ricorso, inoltre, anche i supplenti di disciplina, su cattedra al 30 giugno, sempre su posto vacante. Per ricorrere basta cliccare qui. A ricorrere, con alte possibilità di riuscita, possono essere anche le famiglie di alunni a cui si continua a negare il sostegno. Oppure possono scrivere a [email protected].

Il giovane sindacato ricorda, infine, di aver prorogato al 31 agosto 2015 i termini per aderire ai ricorsi per l’ammissione alle fasi nazionali (B e C) del piano straordinario di assunzioni di cui alla Legge 107/2015, sia per l’accesso su sostegno che su cattedra comune: si tratta di abilitati con Tfa, Pas, a seguito di un corso di Scienze della formazione primaria oppure con altre abilitazioni. Per gli interessati – che debbono comunque aver inviato al Miur la domanda cartacea predisposta dall’Anief – è disponibile l’apposito Form di adesione on line. Sempre al 31 agosto sono stati prorogati i termini per impugnare la chiamata diretta, sia dal personale già inserito nelle graduatorie, sua da chi è abilitato però fuori dalle stesse GaE e di merito.

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