L’anno scolastico riparte con 1.800 istituti senza dirigenti: in Lombardia e Abruzzo li affida ai docenti vicari risparmiando sull’indennità di reggenza

Di Lalla
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Anief-Confedir – N non può bastare il “contentino” dell’esonero dall’insegnamento, così si continuano a mortificare le professionalità. Eppure il contratto nazionale parla chiaro: ogni lavoratore deve percepire un adeguato compenso per l’assolvimento di compiti superiori, come già avviene per i Direttori dei servizi generali ed amministrativi.

Anief-Confedir – N non può bastare il “contentino” dell’esonero dall’insegnamento, così si continuano a mortificare le professionalità. Eppure il contratto nazionale parla chiaro: ogni lavoratore deve percepire un adeguato compenso per l’assolvimento di compiti superiori, come già avviene per i Direttori dei servizi generali ed amministrativi.

Mentre l’anno scolastico si apre con 1.174 scuole senza dirigente scolastico, che si aggiungono ad altre 600 sottodimensionate già affidate in reggenze, non si arrestano le contraddizioni che ispirano l’operato del legislatore italiano: prima il Governo Monti, attraverso la spending review, cancella l’indennità di reggenza rivolta ai vicari dei dirigenti scolastici costretti ad assentarsi oltre 15 giorni; ora, attraverso i commi 5, 6 e 7 dell’articolo 17 del Decreto Legge 104, nelle regioni dove ancora non sono state pubblicate le graduatorie finali (Lombardia e Abruzzo) si decide di riabilitare la figura del vicario, esonerandolo totalmente dal servizio sino a quando non sopraggiungeranno i vincitori del concorso per dirigente scolastico.

Se è più che comprensibile che l’esonero dall’insegnamento scatti indipendentemente dal numero delle classi della scuola, superando quanto stabilito dall’art. 459 del Testo Unico 297/94, è inaccettabile che venga ancora loro negata quell’indennità di assolvimento di compiti superiori prevista dal contratto collettivo nazionale, peraltro già concessa ai Direttori dei servizi generali ed amministrativi (Dsga) che rivestono una situazione di supplenza analoga.

Ancora una volta viene da chiedersi come è possibile attuare due provvedimenti così in contrasto. Il primo è sembrato voler sminuire, ledendo un diritto, l’operato di migliaia di vicari che con alto senso del dovere, spesso da diversi anni e in contesti sociali e scolastici disagiati, operano per il bene e l’organizzazione proficua delle nostre scuole. Il secondo provvedimento, invece, rivaluta il ruolo dei sostituti dei ds: nei tanti casi in cui l’istituzione scolastica viene affidata in “reggenza a dirigenti aventi incarico presso altra istituzione scolastica autonoma”, i vicari “possono ottenere l’autorizzazione all’esonero dall’insegnamento”. Dimenticando però di assegnare nei loro confronti il compenso dovuto.

Non vorremmo – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che questa operazione di esonero totale dal servizio di insegnamento scolastico serva solo a dare un contentino ai vicari. E a mettere una ‘toppa’ ai disservizi conseguenti alla cattiva organizzazione e gestione dei concorsi per dirigente scolastico: invece di immettere in ruolo tutti i candidati idonei e rifare i concorsi per tutti i ricorrenti, si attua una curiosa procedura a tempo, che varrà solo per l’attuale anno scolastico e si esaurirà qualora il vincitore di concorso dovesse essere nominato”.

Ma perché si è arrivati ad una soluzione del genere? Il motivo è semplice: in Italia il nuovo anno scolastico è iniziato con 1.174 scuole, su 8.047 totali, senza dirigente. Ci sono poi altre 600 scuole che, a seguito del “dimensionamento”, che la Consulta ha reputato incostituzionale, sono state affidate in reggenza perché il numero di iscritti è inferiore alla soglia minima di iscritti stabilita dal Miur. L’aspetto ancora più grave, prontamente denunciato dall’Anief , è che il 42% dei vincitori delle procedure concorsuali bandite nell’estate del 2011 non sono stati ancora assunti. Con la Lombardia e l’Abruzzo, per le quali ora lo Stato è andato in “soccorso”, che non possono contare nemmeno su questa opportunità: circa 400 posti complessivi da dirigente sono rimasti vacanti perché i concorsi sono stati bloccati dai giudici.

La soluzione adottata dal Governo può essere anche condivisibile. Ma sul metodo non ci siamo: nei confronti dei vicari deve essere corrisposto il 50% di indennità di reggenza, spettante per la responsabilità e la gestione degli istituti scolastici a loro affidati e le altre indennità relative alla sostituzione del dirigente per periodi maggiori a 15 giorni (esami di Stato, ferie o lunghe malattie). Si tratta di cifre tutt’altro che figurative, visto che possono superare i 10mila euro annui: indennità che devono necessariamente scattare nel momento in cui ai vicari venga affidata una scuola, in luogo del dirigente che si deve dividere anche tra quattro o cinque istituti diversi.

La stessa Legge 182/2011, che ha introdotto modifiche alla Legge 111/201, ha confermato che anche nelle scuole sottodimensionate le reggenze devono essere corrisposte. Ciò in ossequio al maggior lavoro svolto, avendo sempre come riferimento la propria professionalità di base. A sostenerlo sono stati diversi Tribunali del Lavoro , per ultimo quello di Frosinone , secondo cui sono infondati e privi di pregio giuridico i motivi di opposizione sostenuti dall’Avvocatura dello Stato: secondo il giudice, rimane pienamente in vigore quanto introdotto dall’art. 69 del Ccnl 1994/1997, confermato in tutti i successivi contratti, in base al quale il sostituto del Ds deve percepire un adeguato compenso per l’assolvimento di compiti e responsabilità superiori a quelle per cui è stato assunto. Ancora una volta, a meno che non arrivi una modifica del testo del decreto in sede di conversione presso le Camere, per i vicari non rimane che ricorrere in tribunale.

Supplenti dei vicari Dirigenti. Saranno pagati con fondi contratto Ds

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