Indagine Treellle su Cittadinanza e Costituzione: si studia poco nelle scuole secondarie superiori
L'Associazione Treellle ha svolto un'indagine sullo studio dell'educazione alla cittadinanza nella scuola secondaria di secondo grado, "L'educazione alla cittadinanza nella scuola superiore italiana", presentata oggi all'Università Luiss.
L'Associazione Treellle ha svolto un'indagine sullo studio dell'educazione alla cittadinanza nella scuola secondaria di secondo grado, "L'educazione alla cittadinanza nella scuola superiore italiana", presentata oggi all'Università Luiss.
L'indagine è stata svolta su un campione di 800 ragazzi d'età compresa tra 19 e 23 anni.
I dati dell'indagine fanno emergere che nelle scuole italiane, le secondarie di II grado, l'Educazione alla cittadinanza e la Costituzione si studiano poco, con percentuali maggiori negli istituti tecnici, dove il diritto è una materia facente parte del curricolo degli studenti, rispetto ai licei.
Gli studenti, nonostante i dati, dimostrano di essere consapevoli dell'importanza dell'insegnamento di Cittadinanza, in quanto racchiude in sé tutto quello che attiene alla civile convivenza tra gli uomini: il rispetto delle regole, il rispetto dell'ambiente, l'uguaglianza tra cittadini, i diritti e i doveri dei cittadini, i diritti umani e il funzionamento dello Stato.
Il 61,9% dei diplomati afferma di aver affrontato in classe lo studio della Costituzione in modo superficiale o di non averlo affrontato affatto; in generale, un diplomato su 5 (20,5%) dice di non aver mai letto la Costituzione durante il percorso di studi e il 54,2% ne ha letto solo qualche articolo.
La stessa scarsa attenzione è stata dedicata allo studio dell'Educazione alla Cittadinanza: il 66% dei ragazzi coinvolti nell'indagine hanno affermato di non aver mai affrontato o affrontato solo una o due volte l'anno tematiche proprie di detto insegnamento (75% nei licei scientifici, 77,7% nei classici); il 17,8% non ha approfondito questi temi nemmeno al di fuori della scuola, mentre il 47,1% lo ha fatto per conto proprio e la metà (50,2%) ne ha parlato in famiglia.