Immissioni in ruolo e carriera raffreddata. Costa dai 2mila ai 7mila euro al personale della scuola

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red – Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

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Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell’aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al “gradone” successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l’anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono – considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell’ultimo triennio – ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell’assunzione detengono in media un’anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell’attuale primo scatto automatico (all’inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L’ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l’assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

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