Fase C assunzioni: Anief pronta a diffidare il Miur

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In caso di rifiuto del posto cui verranno destinati dall’algoritmo, con modalità top-secret, verranno cancellati definitivamente da tutte le graduatorie pre-ruolo: dovranno cominciare a fare le supplenze o i concorsi come semplici laureati. Anche gli altri sindacati si oppongono contro questo “film” già visto due mesi.

In caso di rifiuto del posto cui verranno destinati dall’algoritmo, con modalità top-secret, verranno cancellati definitivamente da tutte le graduatorie pre-ruolo: dovranno cominciare a fare le supplenze o i concorsi come semplici laureati. Anche gli altri sindacati si oppongono contro questo “film” già visto due mesi.

Marcello Pacifico (presidente Anief): è necessario procedere alle assunzioni con trasparenza, ancor di più perché ben 10mila assunzioni sulle prime 48mila della riforma sono già sfumate, la maggior parte delle quali nella fase B, per mancanza di candidati nelle GaE e nelle graduatorie di merito. Ad iniziare da sostegno e matematica. Con il potenziamento degli organici la situazione peggiorerà, perché avremo docenti di musica costretti dai presidi ad insegnate arte o scienze. Riteniamo le nostre rivendicazioni in tribunale corrette e pertinenti: il tempo ci darà ragione.

Sono solo cinque i giorni che dividono circa 55mila precari, di cui 48mila su posti comuni e il resto su sostegno, dalla proposta di assunzioni prevista dalla fase c) del piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma della Scuola approvata a luglio: il 10 novembre, ha annunciato il Miur, perverranno ai supplenti le e-mail con le classi di concorso e le scuole cui sono stati destinati dall’algoritmo ministeriale, sulla base dell’incrocio tra le graduatorie formulate e i posti vacanti su cui assumere. Tutti i docenti individuati avranno, come già avvenuto con la fase b) dello stesso piano, solo 10 giorni per accettare: in caso di rifiuto verranno cancellati da tutte le graduatorie pre-ruolo e dovranno cominciare a fare le supplenze o i concorsi come semplici laureati.

E come accaduto già con il piano b), a settembre, Anief ha già predisposto formale diffida nei confronti del Ministero dell’Istruzione, che verrà resa pubblica nei prossimi giorni: prima di tutto per la mancata trasparenza attraverso cui il Miur dispone dell’immissione in ruolo del personale docente, avvalendosi di procedure automatizzate secretate; in secondo luogo, perché l’amministrazione si appresta a procedere per la seconda volta in due mesi all’assunzione di nuovi docenti ignorando completamente le indicazioni, le direttive e le sentenze comunitaria sulla stabilizzazione del personale che ha svolto su posti liberi, con i titoli richiesti, oltre 36 mesi di servizio. Ignorando, continuando a seguire la logica dello “struzzo”, oltre 9mila domande cartacee prodotte dai precari solo attraverso il sindacato Anief.

“È paradossale – spiega presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – che a distanza di poche settimane ci ritroviamo a commettere lo stesso percorso e rivivere la medesima situazione. L’unica differenza è che stavolta anche gli altri sindacati stanno seguendo la via intrapresa dal nostro sindacati e minacciano anche loro di diffidare il Ministero dell’Istruzione. Anche loro si sono resi conto, a differenza del Miur, della necessità di procedere alle assunzioni con trasparenza e dell’assurdità del fatto che ben 10mila assunzioni sulle prime 48mila della riforma sono già sfumate, la maggior parte delle quali nella fase B, per mancanza di candidati nelle GaE e nelle graduatorie di merito. Ad iniziare da sostegno e matematica”.

“Sarebbe bastato accludere nella Legge 107/15 la possibilità di assumere anche i docenti abilitati con Tfa, Pas, Scienze della formazione primaria, all’estero e con diploma magistrale. Tutti collocati nelle graduatorie d’istituto, ma che l’amministrazione ha destinato a fare i supplenti a vita o a partecipare all’ennesimo concorso a cattedra, pur essendo in possesso degli stessi titoli e servizi dei colleghi assunti. Questa ostinazione, tra l’altro, costringerà i presidi ad utilizzare docenti di musica per fare scienze e di arte per fare chimica. Riteniamo le nostre rivendicazioni in tribunale corrette e pertinenti: il tempo – conclude Pacifico – ci darà ragione”.

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