Esami di Stato. Compensi commissari al ribasso, addio contrattazione? Ritorno membri interni
Tra le novità della Legge di stabilità, una riguarda gli esami di Stato delle superiori. Compensi potrebbero non essere frutto di contrattazione. I risparmi andranno alla riforma della scuola.
Tra le novità della Legge di stabilità, una riguarda gli esami di Stato delle superiori. Compensi potrebbero non essere frutto di contrattazione. I risparmi andranno alla riforma della scuola.
Nel testo di partenza della Legge di Stabilità, c'era un articolo che trasformava, tranne il Presidente, i commissari degli esami di Stato tutti in membri interni. Il chiaro intento era il risparmio.
Una soluzione che aveva sollevato numerose critiche, fino alla provocatoria proposta di alcune associazioni di eliminare l'esame di Stato.
Durante i lavori alla Camera, Forza Italia, ha proposto un emendamento che puntava ad una modifica degli esami. Emendamento approvato e che, seppur non in modo aperto, suggerisce l'utilizzo di membri interni.
Infatti, nel testo dell'emendamento (in calce nella versione integrale) si chiede una "razionalizzazione" del sistema di valutazione degli alunni "tenendo conto dell'esigenza di valorizzare i principi dell'autonomia scolastica e della continuità didattica, assicurando una coerenza degli standard valutativi". Suggerimento che richiama fortemente l'utilizzo di docenti interni.
Questa volta, però, la decisione è rimandata ad un Decreto del Minstero che dovrà affrontare anche la questione dei compensi dei commissari. Nel testo dell'emendamento, tra l'altro, è presente un avverbio che di sicuro farà infuriare i sindacati.
Infatti, è detto che un ulteriore decreto dovrà definire i compensi della commissione "nel rispetto di quanto eventualmente previsto in sede di contrattazione collettiva del comparto del personale della scuola". Insomma, la contrattazione diventa "eventuale" e non necessaria.
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Lo scopo dell'operazione è, ancora una volta, il risparmio economico. E questo viene detto chiaramente nel testo dell'emendamento, quando si sottolinea che le economie saranno "utilizzate per l'attuazione degli interventi previsti dal Piano «La Buona scuola»".
Il testo dell'emendamento
31. Al fine di razionalizzare il sistema di valutazione degli alunni tenendo conto dell'esigenza di valorizzare i principi dell'autonomia scolastica e della continuità didattica, assicurando una coerenza degli standard valutativi e garantendo uno sviluppo ottimali della professione di docente in termini di conoscenze, competenze, approcci didattici e pedagogici e di verifica dell'efficacia delle pratiche educative, con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinati, con effetto dall'anno 2015, i nuovi criteri per le definizione della composizione delle commissioni d'esame delle scuole secondarie di secondo grado. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro lo stesso termine, saranno definiti i relativi compensi nel rispetto di quanto eventualmente previsto in sede di contrattazione collettiva del comparto del personale della scuola, in coerenza con i principi del Piano «La Buona Scuola».
32. Le economie derivanti dall'attuazione del comma 31, accertate entro il 1° ottobre di ciascun anno, restano nella disponibilità dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e sono utilizzate per l'attuazione degli interventi previsti dal Piano «La Buona scuola» di cui all'articolo 3 della presente legge.
33. A decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 31 cessano di avere efficacia le disposizioni di cui all'articolo 4 della legge 10 dicembre 1997, n. 425, e successive modificazioni, incompatibili con quanto disposto dal decreto medesimo