Dati OCSE-Pisa 2012. Miglioramenti, di chi il merito? Resta un importante divario tra Nord e Sud. Si migliora nonostante i tagli

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red – L’Italia migliora è vero, in matematica + 20 punti, in scienze + 18. Nella comprensione il miglioramento è minore. Per l’On Centemero i miglioramenti sono legati alla riforma Gelmini, resta comunque un importante GAP tra Nord e Sud, frutto, dicono dalla Gilda "non soltanto delle condizioni socio-economiche sfavorevoli, ma anche dei tagli". Interviene anche la CISL e l’ANIEF.

red – L’Italia migliora è vero, in matematica + 20 punti, in scienze + 18. Nella comprensione il miglioramento è minore. Per l’On Centemero i miglioramenti sono legati alla riforma Gelmini, resta comunque un importante GAP tra Nord e Sud, frutto, dicono dalla Gilda "non soltanto delle condizioni socio-economiche sfavorevoli, ma anche dei tagli". Interviene anche la CISL e l’ANIEF.

A noi la relazione"tagli = miglioramenti" non ci convince, lo diciamo subito, e di conseguenza non ci convincono le argomentazioni del Presidente OCSE Schleicher che ha posto alla base dei migliori risultati la "razionalizzazione" delle risorse, cioè i tagli.

Se così fosse, ci chiediamo come è possibile che i miglioramenti non sono ugualmente distribuiti su tutto il territorio?

Salta subito all’occhio come il Meridione continui ad avere risultati sconfortanti, tali da far evidenziare ad un giornale come Repubblica che la Sicilia ha raggiunto risultati pari a quelli della Romania.

Forse i tagli, che come sappiamo si sono concentrati soprattutto al Sud, tutto sto gran bene non ci pare abbiano fatto.

E lo evidenzia bene la Gilda, quando il suo segretario afferma: “Rispetto al resto del Paese, il Sud sconta maggiormente la politica dei tagli e i risultati del rapporto Ocse-Pisa ne sono la dimostrazione scientifica. Invece di utilizzare risorse in progetti inutili, come accade troppo spesso con i fondi europei impiegati soprattutto al Sud, bisogna investire di più sugli insegnanti."

L’assioma andrebbe dunque invertito, "si migliora nonostante i tagli". Ma non dovunque.

Stessa lunghezza d’onda della Gilda, per l’ANIEF che denuncia l’abbandono del Sud con "tempo pieno quasi assente, tagli di risorse, mancanza di orientamento e di lotta alla dispersione". E ci fornisce la ricetta "Per cambiare il trend servono anche l’obbligo formativo fino a 18 anni e una seria riforma dell’apprendistato."

“I dati Ocse-Pisa sul divario Nord-Sud ci amareggiano – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – ma purtroppo non ci sorprendono: questi numeri non fanno altro che certificare il gap di investimenti che lo Stato ha riservato alle regioni, abbandonando di fatto quelle meridionali. Per tutti vale quanto è accaduto in Sicilia nel 2012, dove la mancanza di risorse e di mense scolastiche ha fatto sì che il tempo pieno nella scuola primaria è stato attivato solo per il 3 per cento degli alunni. Mentre il tempo pieno in Lombardia è presente nel 90 per cento delle scuole primarie”.

Il miglioramento c’è stato, anche se non eclatante come si vorrebbe far credere, e a qualcuno bisogna che il merito si assegni.

Ci prova Elena Centemero, responsabile Forza Italia per la  scuola, "I dati Ocse rilevano che le competenze delle nostre studentesse e dei nostri studenti sono migliorate soprattutto in matematica e scienze, segno che la riforma del sistema scolastico Gelmini ha inciso positivamente sugli apprendimenti". Ed invita a puntare in quella direzione

Attenti, però, ammonisce Scrima della CISL. "Considerato che nel periodo preso in esame (2003-2012) si sono avvicendati quattro diversi governi  (il quinto, quello attuale, non entra ovviamente nella partita) va consigliata cautela a chiunque volesse intestarsi in esclusiva il merito politico di un miglioramento indubbiamente importante e significativa". "Se proprio se ne vuole indicare un artefice indiscutibile, – continua – questo è il lavoro che hanno svolto le nostre scuole, nonostante lo abbiano fatto in condizioni sempre più difficili e pesanti." Come dargli torto.

Inoltre, tra il 2003 ed oggi ben 25 paesi hanno migliorato la loro prestazione,  altri 25 sono rimasti sostanzialmente stabili, mentre 14 l’hanno peggiorata. Dei paesi che hanno migliorato i risultati solo Islanda e Messico fanno compagnia all’Italia come unici paesi ad aver diminuito, in area OCSE, il proprio volume di spesa in istruzione (per noi l’8% in meno). Qualcuno si sentirebbe di consigliare anche agli altri paesi tagli all’istruzione per migliorare le performance degli allievi? OCSE Pisa 2012, i primi dati.

L’Italia migliora in matematica, lievemente. Indietro ancora le aree di segregazione socio-economica

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