Concorso a cattedra, le prime reazioni: PRC, CISL, ANIEF, e Lega

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red Per Rifondazione è stato ufficializzato un concorso-truffa. Per la CISL una fretta inspiegabile dopo annosi ritardi, ANIEF sugerisce 8 buoni motivi per fare ricorso, per la Lega è un concorso già vecchio

red Per Rifondazione è stato ufficializzato un concorso-truffa. Per la CISL una fretta inspiegabile dopo annosi ritardi, ANIEF sugerisce 8 buoni motivi per fare ricorso, per la Lega è un concorso già vecchio

Ferrero (PRC-FDS): Ufficializzato il concorso-truffa: scelta demagogica

PRC-FDS – Noi stiamo con i precari, PRC derisce a mobilitazione per tutela scuola pubblica

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato: Il ministro Profumo, senza dar retta alle numerose proteste, a partire dalla manifestazione di sabato scorso, e neppure alla presa di posizione
del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, ha confermato, con la pubblicazione del bando, la sua scelta demagogica di indire il concorso-truffa per una manciata di cattedre. Noi stiamo coi precari e pensiamo che il concorso sia una farsa: per difendere la scuola pubblica ci vuole ben altro, un’inversione totale di tendenza, dopo gli sfaceli e i tagli degli ultimi anni. Aderiamo quindi alle mobilitazioni dei prossimi giorni, a partire dalle giornate di lotta indette dalle organizzazioni studentesche per il 5 e il 12 ottobre e dallo sciopero della scuola indetto dalla FLC per la stessa giornata del 12
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CISL. Concorso: una fretta inspiegabile dopo annosi ritardi

Dichiarazione di Francesco Scrima, segretario generale della CISL Scuola

È positivo che il reclutamento del personale scolastico resti legato a procedure concorsuali improntate a criteri di trasparenza e imparzialità, come impone la nostra Costituzione. E’ anche condivisibile l’obiettivo di rimettere in funzione un canale ordinario di reclutamento fermo ormai da 13 anni: la piena salvaguardia dei diritti e delle attese di chi è in graduatoria a esaurimento, che la Cisl Scuola ha sempre rivendicato con forza, non può infatti trasformarsi nella negazione sine die delle aspettative di chi non vi è incluso.

Purtroppo il modo in cui si arriva a questo concorso rischia di creare, in realtà, più problemi di quanti ne dovrebbe risolvere. Il bando viene emanato sotto la pressione di un’urgenza di cui si fatica a comprendere le ragioni, dopo che in tema di reclutamento il ministero ha perso tanto tempo, anche nell’ultimo anno, con conseguenze pesanti.

Grave il ritardo con cui sono stati avviati i TFA, procurando l’esclusione dal concorso di chi li sta frequentando. Grave che non si sia posto mano alla definizione di rinnovate procedure concorsuali, lasciando disattesa, ancora una volta, una delega che risale alla Finanziaria del governo Prodi del dicembre 2007.

Grave che non sia stata data alcuna risposta all’esigenza, più volte dichiarata dallo stesso ministro, di aprire le porte della scuola, attraverso i concorsi ordinari, alle leve più giovani, che ne rimarranno fuori.

In questa vicenda, dopo inspiegabili ritardi, è subentrata la fretta, che è sempre cattiva consigliera e che ha visto sacrificate oltre misura le occasioni di un serio confronto: ne è scaturito un bando di concorso che fornisce troppi spunti di possibile contenzioso e un comodo alibi a chi vi si oppone in modo pregiudiziale, con motivazioni spesso pretestuose.

La Cisl Scuola esprime forte preoccupazione per il rischio evidente che si inneschino ulteriori tensioni in un contesto segnato dal drammatico squilibrio tra domanda e offerta di lavoro. Questo nodo, che non può essere eluso da nessuno, ci porta a ribadire le motivazioni del nostro impegno per fermare i tagli agli organici e per dare stabilità al lavoro nella scuola.

La coerente e puntale attuazione del piano triennale di assunzioni, per cui ci siamo battuti con determinazione, rappresenta quindi un obiettivo forte e imprescindibile, anche per dare credibilità e
sostanza vera a una rinnovata politica del reclutamento e a una strategia concreta di rilancio della scuola.
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ANIEF: Concorso a cattedra: bandito grazie a una legge di 18 anni fa che è subito violata. Pasticcio del ministro

Pioggia di ricorsi dell’Anief al Tar contro il bando: ci sono otto buoni motivi per ricorrere. Illegittimo escludere i laureati degli ultimi dieci anni o i soli dipendenti della scuola. Sbagliata la soglia dei quesiti della prova preselettiva. Manca una nuova graduatoria di merito per i prossimi tre anni. Reclamata la facoltà di dichiarare il punteggio più favorevole e l’obbligo di valutare la permanenza del candidato nelle GaE o GM.
Il ministro sbaglia a lasciare fuori i giovani e i più esperti. Pur di evitare il passaggio in Parlamento, sono stati commessi diversi errori di legittimità per la violazione palese di norme espressamente previste dal testo unico (D.Lgs 297/1994 come modificato dalla L. 124/99) richiamato (art. 400) per l’autorizzazione al bando dello stesso nuovo concorso a cattedra. Non si può invocare una norma vecchia di venti anni e poi tradirla in alcune parti, senza opportune modifiche legislative. Dubbi anche sui programmi ministeriali non rispondenti alla nuova scuola rivoluzionata dai regolamenti della Gelmini.
Concorso docenti – Anief: incostituzionale escludere giovani e docenti di ruolo

L’Anief non può accettare che il concorso a cattedra, il cui decreto direttoriale di indizione è stato pubblicato oggi dal Miur, escluda tutti i laureati dell’ultimo decennio e i docenti già di ruolo: si tratta di esclusioni clamorose, di cui il Ministero dell’Istruzione dovrà dare spiegazione in tribunale.

"Un concorso pubblico regolato dal Testo Unico del 1994, come quello bandito dal ministero dell’Istruzione – dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – deve obbligatoriamente rispettare i parametri della normativa vigente. Altrimenti vanno cambiate le regole attraverso nuove leggi approvate dal Parlamento e dagli organi competenti. Cosa che il ministro Profumo non ha fatto".

Il giovane sindacato reputa l’esclusione di coloro che hanno conseguito la laurea dopo il 2003, ma anche prima per quelle con un ridotto numero di anni di corso, una scelta che condanna i giovani meritevoli ad attendere chissà quanto tempo e chissà quale altra opportunità per diventare insegnanti.

E che dire della clamorosa decisione di non permettere al personale docente già di ruolo di partecipare alle prove del concorso, impedendo loro così di non mettere a frutto i titoli di studio e passare ad un’altra disciplina? L’Anief non può che reputare queste esclusioni ingiuste e irrispettose: chi ha investito sullo studio per diventare insegnante della scuola pubblica deve essere gratificato. E non essere immotivatamente messo in disparte. Per questi motivi il nostro sindacato impugnerà il bando.

Per info e per richiedere le istruzioni operative, scrivi – indicando la tipologia del ricorso che ti interessa (si veda sotto) a [email protected] indicando i tuoi recapiti telefonici e e-mail oppure contatta il numero 091.6598362.

Gli otto buoni motivi per ricorrere

1. Contro l’esclusione dei laureati dal 2001 al 2012
Contrariamente a quanto previsto dalla norma richiamata dal bando di concorso (D.Lgs. 297/94), i laureati con titolo di studio valido per il conseguimento dell’abilitazione dovrebbero poter partecipare al concorso ove ne siano in possesso entro la data di presentazione della domanda, in quanto le deroghe previste dal decreto interministeriale n. 460 del 1998 si applicavano ai concorsi che si pensava fossero banditi a partire dal 2002.

2. Contro l’esclusione dei docenti di ruolo
Analogamente, è incostituzionale vietare ai dipendenti in servizio a tempo indeterminato la partecipazione al concorso, quando si concede tale possibilità a tutti gli altri dipendenti del pubblico impiego.

3. Contro la soglia di 35/50 come punteggio minimo del test preselettivo
Il punteggio relativo al test di preselezione inteso come prova scritta deve essere pari o superiore a 30 (equivalente al vecchio voto 6) e non a 35 come stabilito dal Ministro, ammesso che un test possa essere in grado di dimostrare la conoscenza approfondita degli argomenti come vuole la norma di legge.

4. Contro l’obbligo della prova in lingua straniera nella scuola elementare

5. Contro l’obbligo dell’accertamento della conoscenza della lingua straniera all’orale per tutti i candidati
Il Testo Unico parla di prove facoltative.

6. Per ottenere la facoltà di dichiarare il punteggio favorevole
Ignorato il Testo Unico anche laddove prevede che il candidato con un punteggio inferiore a quello ottenuto in occasione del precedente concorso, possa optare per il vecchio punteggio prima dell’esame dei titoli.

7. Per ottenere la valutazione della permanenza nelle graduatorie
Assente nella tabella dei titoli ogni valutazione per la permanenza nelle GaE e/o nelle GM rispetto ai non abilitati, mentre è riconosciuto – come previsto dalla norma – un punteggio superiore al titolo SSIS rispetto agli altri titoli universitari.

8. Per ottenere una graduatoria di merito di validità triennale
Il concorso è stato bandito secondo l’art. 400 del D.Lgs. 297/1994 che autorizza il ministro a rinnovarlo ogni tre anni. Pertanto le dichiarazioni di Profumo sul prossimo concorso per la primavera 2013 sono infondate, a meno che venga emanato secondo un regolamento attuativo della legge 244/2007 ma legato alla formazione iniziale. Per questa ragione, se è vero che il concorso non può fornire altre abilitazioni, tuttavia deve garantire una graduatoria di merito di durata triennale e fino al concorso successivo. Chi supera le soglie di 28/40 nelle rispettive prove scritte e orali prima della valutazione dei titoli non necessariamente deve ottenere subito la cattedra, a meno che a priori non si selezioni il numero esatto dei candidati secondo i posti messi a concorso.

Infine, il nostro settore studi legislativi sta valutando la legittimità dei vecchi programmi ministeriali, in quanto non tengono conto dei regolamenti attuativi della legge 133/2008 sulla riforma del primo e secondo ciclo di istruzione e la liceità del bando di concorso per i posti di sostegno, su cui forniremo ulteriori ragguagli.

Il Decreto Direttoriale di indizione del concorso a cattedra
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Pittoni (Lega), nuovo concorso nasce vecchio, soldi buttati, dimenticati giovani e merito

«Le regole del "nuovo" concorso sono del 1998 e già questo la dice lunga su quello che viene presentato come un passo avanti, mentre in realtà è un brutto salto all’indietro, ignorando i giovani e soprattutto l’urgenza di definire regole più corrette per filtrare il merito e garantire omogeneità di valutazione sul territorio». Questo il commento del senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione di palazzo Madama, all’annuncio (in un clima di forti polemiche) della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando di concorso per gli insegnanti voluto dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. «La rabbia degli insegnanti – spiega il parlamentare – nasce dal fatto che non vengono rispettate nel loro insieme le quattro categorie interessate e cioè iscritti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, nuovi abilitati, abilitandi e non abilitati che hanno maturato un certo periodo di servizio. Quando, proprio nella nota illustrativa della proposta di riforma del reclutamento che abbiamo consegnata a Profumo, avvertivamo che “non prendere in considerazione le peculiarità anche di una sola di queste categorie, può generare scontro sociale, mettendo a rischio l’intero progetto”.

Esattamente quello che sta succedendo… Gli insegnanti si chiedono: per chi viene bandito questo concorso? Non certo per i giovani neolaureati sprovvisti di abilitazione. E pure gli abilitati si contenderanno nell’arco di due anni una cattedra su una disponibilità complessiva di soli 12 mila posti, di cui solo un quarto al Nord. Il tutto al costo di alcuni milioni, che si poteva impiegare per potenziare il servizio. L’appello che rivolgiamo al ministro – conclude Pittoni – è di concentrare le forze su una riforma vera, non un semplice "regolamento" che consentirebbe solo qualche ritocco a vecchi meccanismi, non in grado di evidenziare correttamente il merito»

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I Podcast come strumento didattico: come realizzarli e come insegnare un ascolto attivo