La Cassazione ribadisce: non si può fotocopiare più del 15% di un testo
La Corte di Cassazione ha condannato la titolare di una copisteria milanese per aver fotocopiato a scopo di lucro più del 15% di ciascun libro: il reato è di illecita duplicazione di testi per uso non personale. La sentenza è la n.44919 depositata ieri, la notizia è del Sole24Ore.
La vicenda ha inizio con un controllo effettuato dalla Guardia di Finanza, che ha trovato nel negozio 29 manuali universitari di diversi autori e un hard disk, dotato di cavo usb per il trasferimento dei dati, contenente 1560 testi universitari e 113 dispense.
La Corte di Cassazione ha condannato la titolare di una copisteria milanese per aver fotocopiato a scopo di lucro più del 15% di ciascun libro: il reato è di illecita duplicazione di testi per uso non personale. La sentenza è la n.44919 depositata ieri, la notizia è del Sole24Ore.
La vicenda ha inizio con un controllo effettuato dalla Guardia di Finanza, che ha trovato nel negozio 29 manuali universitari di diversi autori e un hard disk, dotato di cavo usb per il trasferimento dei dati, contenente 1560 testi universitari e 113 dispense.
La titolare è stata condannata dal Tribunale prima e dalla Corte di appello dopo, per il reato previsto dall'articolo 171-ter comma 2 lett. b) della legge 633/1941 (più volte modificata), per "illecita duplicazione per uso non personale e detenzione per la vendita di testi universitari e dispense universitarie abusivamente riprodotti in copia fotostatica con finalità di lucro".La legge fissa il limite quantitativo al 15% dell'intero volume, con corresponsione di un compenso forfettario all'autore e il reato è commesso per ogni libro per il quale viene superato tale limite, con una sanzione di tipo amministrativo.
Infine la condanna è stata confermata dalla Cassazione: è attività commerciale illecita per il numero enorme di testi rinvenuti nell'hard disk.
A nulla è valsa la tesi difensiva della donna, che sosteneva che la riproduzione dei testi nell'hard disk era opera degli studenti, che usufruivano del servizio di fotocopiatura fai-da-te, messo a disposizione dal negozio, con libero accesso alla rete internet.