Cantiere scuola Renzi: perché non prendiamo esempio dalla Finlandia?
Di Patrizia Del Pidio – Mentre il governo Renzi cerca di mettere in cantiere riforme che migliorino e portino la tanta sospirata innovazione nella scuola italiana, sempre più spesso i docenti si trovano a lavorare in strutture disagiate e in un contesto ingiusto che sempre più denigra e svilisce il loro operato.
Di Patrizia Del Pidio – Mentre il governo Renzi cerca di mettere in cantiere riforme che migliorino e portino la tanta sospirata innovazione nella scuola italiana, sempre più spesso i docenti si trovano a lavorare in strutture disagiate e in un contesto ingiusto che sempre più denigra e svilisce il loro operato.
Non esiste sicuramente un modello di istruzione univoco da poter imitare per trovare la soluzione a tutti i problemi dell’istruzione italiana ma prendere esempio da sistemi scolastici che sembrano funzionare meglio potrebbe essere già un buon inizio. Come nel caso della Finlandia, dove regna l’insegnamento e l’apprendimento felice.
Il modello della Finlandia: cosa ha di diverso?
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A differenza dell’Italia la Finlandia sembra offrire un sistema scolastico di cui studenti e insegnanti sembrano godere: gli studenti apprendono con piacere e gli insegnanti si sentono apprezzati e valorizzati, pura utopia in Italia. Vediamo su cosa si basa il modello finlandese e in cosa si differenzia da quello italiano:
- Importanza del gioco: in Finlandia si da una grandissima importanza al gioco e proprio per questo motivo si lascia che i bambini imparino attraverso di esso. Il gioco non si esaurisce nella prima infanzia ma continua ad essere incoraggiato anche nelle scuole superiori dove, nei centri studenteschi, i ragazzi possono sfogare la loro voglia di giocare.
- No ai test standardizzati che tolgo tempo al pensiero libero, la preparazione della classe è misurata dagli insegnati.
- Fiducia: questa è forse la caratteristica più importante che contraddistingue il sistema finlandese. Il governo centrale si fida dei Comuni che a loro volta si fidano dei dirigenti e degli insegnanti che a loro volta si fidano degli studenti. Le famiglie, in cambio, si fidano della scuola e degli insegnanti cui affidano i propri figli. Proprio in virtù di questo sistema di fiducia non esiste un sistema di valutazione degli insegnanti che sono considerati professionisti di cui fidarsi.
- Le scuole non sono in concorrenza tra loro come in Italia e per questo motivo, essendo considerate tutte buone alle stesso livello, non ci sono valutazioni scolastiche.
- Preparazione degli insegnanti al top: la fiducia riposta negli insegnanti è dovuta, anche, al fatto che il processo che permette di insegnare è difficile quanto rigoroso. Solo i migliori possono essere accettati dall’Istruzione pubblica attraverso test e punteggi ma anche dopo aver sostenuto un colloquio che sottolinei l’integrità personale, la passione con cui si intende svolgere la professione e le conoscenze pedagogiche.
- Tanto relax per gli studenti: altra grande differenza con l’Italia, dove gli studenti hanno un break a metà mattina, in Finlandia è tenuto in gran considerazione il tempo libero dei ragazzi che hanno 15 minuti di relax ogni 45 minuti di lezione. In questo modo, si ritiene, gli studenti riescono d impegnarsi maggiormente rendendo l’apprendimento più efficace avendo la possibilità di rilassarsi. In cambio gli studenti sono più attenti e produttivi durante le lezioni poichè hanno la consapevolezza di avere il tempo per soddisfare le proprie esigenze.
- Gli studenti iniziano la scuola a 7 anni e le ore scolastiche sono meno che in Italia: alle elementari gli studenti frequentano per 4/5 ore al giorno, mentre gli studenti delle superiori sono organizzati come quelli universitari frequentando solo le lezioni di loro interesse.
- Qualità della vita: il sistema finlandese vuole insegnanti felici perchè solo così potranno essere buoni insegnanti, quelli oberati di lavoro non sapranno trasmettere altro che stress. Gli insegnanti finlandesi lavorano 20 ore a settimana.
- Per le scuole superiori gli studenti possono scegliere tra la via accademica e quella professionale, in entrambi i casi la scelta sarà molto rispettata dalla società, entrambi i tipi di diploma permettono l’accesso all’Università.
Si parla tanto di arginare la dispersione scolastica partendo dalle famiglie, dalla provenienza socio-economica dello studente, passando poi per le colpe degli insegnanti o della scuola ma quando uno studente non è felice nella scuola molto spesso la colpa non è dello studente, della famiglia o dell’insegnante bensì del sistema scolastico che è sbagliato nel suo insieme. Forse prendere qualche spunto dal sistema della Finladia aiuterebbe il cantiere scuola di Renzi ad ottenere qualche risultato positivo dall’istruzione italiana sempre più in degrado.