ANIEF: “Scatti di anzianità, in Italia come in Inghilterra: dal 2015 addio aumenti”
red – Secondo il sindacato ANIEF, l’Amministrazione starebbe gettando già da tempo le basi per destinare le progressioni stipendiali solo ai lavoratori statali che dimostrino particolari meriti e performance professionali.
red – Secondo il sindacato ANIEF, l’Amministrazione starebbe gettando già da tempo le basi per destinare le progressioni stipendiali solo ai lavoratori statali che dimostrino particolari meriti e performance professionali.
Secondo Marcello Pacifico (Anief-Confedir) si opera come se i dipendenti statali italiani non percepissero tra gli stipendi più bassi d’Europa: un bidello o un operatore pubblico ad inizio carriera arrivano a malapena a mille euro al mese, collocandosi quindi sotto la soglia di povertà. Eliminando l’unico incremento in busta paga, si mortificherebbe ulteriormente la loro professionalità e dignità di cittadini. Non è possibile barattare il merito di alcuni con la povertà di tutti: inevitabile il ricorso in Tribunale.
Il sindacato rammenta, a tal proposito, che gli scatti stipendiali rimangono per i dipendenti pubblici, ad iniziare da quelli della scuola – che tranne una minima percentuale non hanno possibilità di fare carriera – l’unica reale fonte di adeguamento al costo della vita.
“Tra l’altro – prosegue il sindacalista Anief-Confedir – le avvisaglie di tale prospettiva vi sono già state. Basti pensare al piano di cancellazione di un quarto del personale scolastico (circa 250 mila dipendenti) dal fondo accessorio. Con il mantenimento della quota agli altri dipendenti solo a condizione che si fosse realizzato un risparmio nel proprio comparto di appartenenza. Facendo finta di dimenticare che, sempre per rimanere nella Scuola, negli ultimi anni sono stati cancellati 200 mila posti. E che il miglioramento dell’offerta formativa è stato di recente abbattuto del 25%. Per non parlare del fallimento della privatizzazione, ormai ventennale, dei contratti del pubblico impiego. A fronte di tutto ciò, ancora una volta, per i lavoratori dello Stato il ricorso al Tribunale si è così dimostrato l’unica via percorribile”.
“Con i magistrati – continua Pacifico – che ci hanno dato ragione, bloccando l’illegittimo blocco degli scatti automatici introdotto attraverso il comma 2 dell’articolo 9 della legge 122 del 2010. Anche se chi ci governa non vuole tenerne conto, noi annunciamo sin da subito che non arretreremo la nostra posizione: Anief ha avviato in tempi non sospetti i suoi contenziosi in Tribunale per tutelare i lavoratori della scuola. Presto Confedir allargherà questa prospettiva a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. L’obiettivo è quello di reperire risorse aggiuntive per mantenere gli scatti automatici. E, nel contempo, premiare il merito. Sempre se attuato attraverso criteri trasparenti ed imparziali, stabiliti dal legislatore. E non certo dal datore di lavoro, in questo caso lo Stato. Non è possibile – conclude Pacifico – barattare il merito di alcuni con la povertà di tutti”.