ANIEF. Rapporto Ragioneria dello Stato sui dipendenti: -0,5% sulle retribuzioni e l’età media sale a 49,2 anni
ANIEF – Sono sempre più preoccupanti i dati che giungono sugli stipendi e sull’età media dei dipendenti pubblici italiani: dal rapporto annuale pubblicato stamane dalla Ragioneria generale dello Stato, risulta infatti che le retribuzioni medie annue pro capite del 2014 sono scese dello 0,5% rispetto all'anno precedente.
ANIEF – Sono sempre più preoccupanti i dati che giungono sugli stipendi e sull’età media dei dipendenti pubblici italiani: dal rapporto annuale pubblicato stamane dalla Ragioneria generale dello Stato, risulta infatti che le retribuzioni medie annue pro capite del 2014 sono scese dello 0,5% rispetto all'anno precedente. L'importo medio annuo si ferma a 34.348 euro, con 175 euro in meno rispetto al 2013. Solo nel 2008 troviamo un valore più basso (nel 2009 era a 34.522 euro).
Ma c’è anche un altro dato che fa riflettere: quello dell'età media dei dipendenti pubblici, che ha raggiunto nel 2014 i 49,2 anni, facendo registrare un aumento di quasi sei anni rispetto ai 43,5 del 2001. Secondo la stessa Ragioneria generale dello Stato, riassume la rivista Orizzonte Scuola, questa tendenza a crescere come l'effetto del blocco del turn over e della stretta sui pensionamenti. E non è finita, perché i dipendenti pubblici saranno sempre più anziani: come effetto diretto della riforma Fornero, "è pressoché certo che l'età media complessiva supererà i 50 anni forse già a partire dal 2016". Di sicuro, nel 2019 l'età media dei dipendenti statali sarà di oltre i 53 anni, conclude la Ragioneria dello Stato.
Per il sindacato, che lamenta l mancata concessione per i dipendenti pubblici rispetto alla ‘stretta’ introdotta dalla riforma Monti-Fornero, si tratta di conferme di quanto espresso da tempo: sommando, infatti, il blocco dell'indennità di vacanza contrattuale, che ha portato ad una perdita pari al 9,5 per cento, con quello dei mancati aumenti, conseguenti al rinnovo contrattuale congelato dal 2010, ancora più incisivi sulla perdita di potere stipendiali, oggi i dipendenti pubblici si ritrovano delle buste paga inferiori a quanto dovrebbero percepire di almeno il 20 per cento.
"I lavoratori statali più penalizzati – ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal – sono quelli che operano nella scuola, dove due insegnanti su tre sono già over 50: la media delle retribuzioni rimane addirittura inferiore ai 30mila euro lordi annui. Ed è una situazione che riguarda quasi esclusivamente l’Italia. Perché basta dire che un docente tedesco percepisce quasi il doppio, con la possibilità di andare in pensione anche dopo 27 anni di contributi”.
Purtroppo, il futuro non depone bene. Perché con la Legge di Stabilità 2016, il governo Renzi ha stanziato un aumento lordo di appena 8 euro a lavoratore. Sovvertendo anche quanto detto di recente dalla Corte Costituzionale, che ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della pubblica amministrazione. E questo fa ancora più scalpore, dal momento che il comparto privato continua a percepire, seppure ridotti, gli aumenti stipendiali. Per combattere questa situazione di stallo generale, ad oggi per l’Anief non rimane che percorrere la strada del ricorso in tribunale, attraverso cui chiedere lo sblocco immediato e il pagamento per intero dell'indennità, pari a 110 euro medie a lavoratore, più – conclude Pacifico – l’accreditamento degli arretrati non corrisposti nell’ultimo quinquennio”.