ANIEF. Concorso a cattedra e assunzioni, dal Governo ancora dati “ballerini”
ANIEF – Sul prossimo concorso a cattedra e sul numero di docenti precari da assumere, da Governo e Miur continuano a pervenire dati numerici “ballerini”.
ANIEF – Sul prossimo concorso a cattedra e sul numero di docenti precari da assumere, da Governo e Miur continuano a pervenire dati numerici “ballerini”. Oggi, intervenendo in diretta ad una trasmissione radiofonica su Radio Uno, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha sostenuto che dopo lo svolgimento dell’imminente concorso per 63.712 nuovi docenti, “non sarà coperto solo il turnover” perché “non va conteggiato solo il numero degli assunti con il prossimo concorso, ma il numero totale delle assunzioni, che alla fine sarà di 180.000 insegnanti”, concludendo che assisteremo ad “un'operazione mai avvenuta nella storia delle assunzioni”.
“Premesso che le 86mila immissioni in ruolo realizzate con Buona Scuola sono frutto del diktat imposto dalla Corte di Giustizia europea, per via dell’imperversare in Italia dell’abuso di precariato, la verità è che anche al termine delle prossime procedure concorsuali rimarranno scoperti un alto numero di posti e non assunti tanti docenti precari: soprattutto per quanto riguarda i docenti di sostegno e della scuola dell’infanzia”, tiene a dire Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
“Perché appena 5mila insegnanti specializzati nel sostegno – continua il sindacalista – non muteranno lo scenario di carenze croniche di assistenza agli alunni disabili e di lesione della loro continuità didattica. La riforma della Buona Scuola non ha infatti risolto la precarietà dei docenti, con 33mila posti rimasti vacanti e assegnati sempre a supplenza annuale, una legge-delega ancora da definire e soprattutto perché si continuano a determinare gli organici di diritto di questa categoria di insegnanti solo sul 70% dell’effettivo fabbisogno. La situazione è di disagio perenne, tanto che il nostro sindacato ha deciso di prorogare al prossimo 21 marzo i termini dell’adesione all’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”, avviata in autunno, proprio per rivendicare in tribunale l’erogazione delle ore di sostegno secondo le “effettive esigenze” di tutti gli alunni che attendono invano da settembre il rispetto delle norme”.
Gli stessi dati Istat recentemente pubblicati sulle tante famiglie italiane con alunni disabili costrette a presentare ricorso al Tribunale civile o al Tar per ottenere l’aumento delle ore di didattica con sostegno, danno purtroppo ragione al sindacato. Perché rivelano oggettivamente quanto siamo lontani dal recepimento e dall’applicazione delle norme vigenti in materia di inclusione. A tutto questo, va anche aggiunto il mancato supporto a mezzo milione di alunni con Bisogni educativi speciali, i cosiddetti Bes, a dispetto della normativa vigente.
Particolarmente danneggiati continuano ad essere poi gli alunni e i docenti della scuola dell’Infanzia. Perché ancora oggi questo settore scolastico continua ad essere coperto per il 75% da strutture non dirette dall’amministrazione scolastica centrale ma direttamente dai Comuni o da istituzioni non statali. Con il progetto governativo di realizzare l’avvio scolastico a 3 anni e mezzo che rimane in alto mare. Eppure la Costituzione, che pone il diritto allo studio tra i suoi cardini, vale per tutte le fasce d’età e non può essere applicata solo per i bambini più grandi. Come se tutto questo non bastasse, ora il Governo che fa? Bandisce un concorso per nuovi docenti d’infanzia, dimenticando che in lista di attesa vi sono centinaia di vincitori ancora non assunti. Il tutto, dopo averli anche esclusi dal “potenziamento” degli istituti.
“E non l’unico ‘buco’ dell’incompiuta riforma della Buona Scuola – continua Pacifico – perché anche dopo le assunzioni del 2015 sono rimasti nelle GaE e nelle graduatorie d’Istituto tantissimi abilitati all’insegnamento, quasi sempre precari di vecchia data, appartenenti a tutte le discipline. I quali non verranno purtroppo stabilizzati nemmeno nei prossimi anni”.
“Il Governo, con l’amministrazione, avrebbe potuto sanare questo problema, applicando il decreto legislativo 165/2001, che riconosce la possibilità di indire un concorso pubblico con riserva, nel limite del 40% dei posti banditi, ai dipendenti a tempo determinato che, alla data di pubblicazione del bando, abbiano maturato almeno tre anni di servizio presso l’amministrazione pubblica che emana il bando di concorso. Una norma ribadita dalla Funzione pubblica, con la Circolare 5/2013, che ha disegnato il quadro normativo entro il quale le PA si devono muovere dal 2014 per l'assunzione di personale, alla luce delle novità introdotte dal Dl 101/2013. Come non ha dato accesso al concorso ai giovani laureati, perdendo la possibilità – conclude il leader dell’Anief – di svecchiare la decenza più vecchia dell’area Ocse”,
Per il giovane sindacato non c’è più tempo da perdere: tutte le assunzioni conquistate con la procedura concorsuale del 2012 vanno perfezionate prima che si porti a termine il prossimo bando. Anief ha quindi deciso di rivolgersi al Giudice del Lavoro e chiederne l'immediata immissione in ruolo, che anticipi l'espletamento delle prossimo concorso a cattedra, con il conseguente ottenimento dell’immediata costituzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Tutti gli interessanti possono cliccare qui.
Anief, infine, ricorda che i precari con 36 mesi di servizio su posto vacante, ancorché al 30 giugno, possono sempre aderire al ricorso per la stabilizzazione e il relativo risarcimento danni, gli scatti di anzianità e le mensilità estive. Gli interessati al ricorso per l'immissione in ruolo dei vincitori del concorso 2012 scuola infanzia, possono cliccare qui