Abbandono scolastico. Al Sud lascia prima la scuola il 21% degli studenti, al Nord-Est il 12,6%
Nonostante il miglioramento registrato dal 2004 al 2013, di 5,9 punti percentuali, la media nazionale dell'abbandono scolastico evidenzia un divario consistente rispetto all'Ue (17% contro 12%). Riescono a fare peggio solo altri 4 paesi: Spagna (23,6%), Malta (20,8%), Portogallo (19,2%) e Romania (17,3%).
Nonostante il miglioramento registrato dal 2004 al 2013, di 5,9 punti percentuali, la media nazionale dell'abbandono scolastico evidenzia un divario consistente rispetto all'Ue (17% contro 12%). Riescono a fare peggio solo altri 4 paesi: Spagna (23,6%), Malta (20,8%), Portogallo (19,2%) e Romania (17,3%). I dati, elaborati dall'Adnkronos, sono contenuti nelle tabelle dell'Istat del rapporto 'Noi Italia 2015', relative all'anno 2013.
In Sicilia e Sardegna si toccano punte di abbandono rispettivamente del 25,8% e 24,7%.I dati sono comunque migliorati: nove anni fa le due isole si collocavano agli ultimi posti della classifica, superando i trenta punti percentuali. Un'altra regione nello stesso periodo è riuscita a ridurre il tasso di abbandono scolastico di oltre 10 punti; si tratta della Puglia che è passata dal 30,2% al 19,9%.
I dati del Molise invece sono peggiorati: negli ultimi nove anni il numero di ragazzi che ha abbandonato gli studi è cresciuto di 0,2 punti, restando però al di sotto della media nazionale (15,4%).
Nel Veneto si trova la percentuale inferiore di abbandono, già più bassa, infatti nel 2004 era il 18,1%, e da un buon andamento registrato nel corso degli anni (-7,8 punti), che ha portato il risultato finale al 10,3%.
I dati dell'Istituto di statistica mostrano un calo costante negli ultimi nove anni, che ha portato la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente gli studi dal 22,9% del 2003 al 17% del 2013.
I livelli più elevati di abbandono prematuro della scuola si riscontrano nelle regioni del mezzogiorno dove, nonostante si sia registrata la riduzione più ampia degli ultimi 9 anni (-6,2%),ancora il 21,4% dei ragazzi lascia gli studi.
In tutte le altre aree i livelli di abbandono sono di almeno 6 punti inferiore rispetto al sud e si collocano tutte a breve distanza. Nel nord-ovest i giovani che hanno lasciato prematuramente gli studi sono il 15,5% del totale, in riduzione di 5,9 punti rispetto al 2004 (quando erano il 21,4%).
Il centro-nord ha registrano una riduzione di 5,2 punti, passando dal 19,3% al 14,1%; mentre al centro si è registrato il calo più contenuto (-3,4 punti), ma grazie al dato di partenza migliore (17,1%) si colloca comunque in una buona posizione con il 13,7%. Il livello più basso si registra nel nord-est, dove si passa dal 18,7% al 12,6% (-6,1 punti).
Secondo Save the Children in Italia sono ''notevoli le carenze di servizi e opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche: solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali''.
La legge di stabilità 2016 prevede la nascita di un fondo di 100 milioni di euro per contrastare il fenomeno della povertà educativa, fondo che sarà alimentato da versamenti delle fondazioni bancarie.