Legge delega sostegno, 10 proposte per il Miur da 100 docenti ed esperti
Comunicato FIABA – Il dipartimento Scuola FIABA insieme al CTS dell’IPSSS ‘E. De Amicis’ di Roma hanno organizzato una giornata di lavoro alla Fondazione ‘Ernesta Besso’.
Direttori dei corsi di specializzazione e docenti delle cattedre di pedagogia speciale, coordinatori dell’insegnamento domiciliare e/o ospedaliero, psicologi scolastici, docenti esperti delle Tecnologie e di Open Source nella didattica inclusiva, referenti dei CTS, Referenti USR, Ispettori, Dirigenti scolastici, DSGA e per finire associazioni delle famiglie, genitori ed ex alunni: oltre 100 esperti si sono riuniti ieri presso la Fondazione Besso a Roma per stilare un documento di proposte sulla legge delega sull’inclusione, in fase di approvazione in parlamento.
Hanno aperto i lavori il Presidente di FIABA Giuseppe Trieste, che ha evidenziato lo stato dell’edilizia scolastica secondo l’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, e Salvatore Nocera, Presidente del Comitato dei Garanti della FISH, che ha esposto la proposta FISH e FAND n.2444 del 2014, in gran parte accolta dal Ministero nella compilazione della Legge Delega sull’inclusione, e le posizioni di entrambe le federazioni in merito. Il convegno è stato dedicato alla memoria della professoressa Angela Carlino Bandinelli, ricordata dalle testimonianze della coordinatrice del Dipartimento Scuola FIABA, la prof.ssa Rosaria Brocato, da Dott.ssa Giovanna Mirra, direttrice dei corsi di Formazione della Fondazione Besso e dal Prof. Massimo Quercia, Dirigente Scolastico IPSSS ‘Edmondo De Amicis’.
Nel pomeriggio i docenti e gli esperti si sono riuniti in dieci tavoli di lavoro che hanno avanzato dieci proposte, sui diversi temi affrontati dalla riforma:
La formazione iniziale (1) dei docenti e quella in itinere (2). Secondo la proposta non solo è necessario aumentare il numero di cfu riguardanti le didattiche inclusive, ma bisogna condurre un’analisi preliminare dei bisogni educativi allo scopo di favorire una formazione non solo iniziale, ma anche in itinere, di dirigenti, docenti e personale ATA in modo adeguato alle esigenze della realtà. A distanza di quarant’anni dalla prima emanazione delle Leggi, il Ministero non ha prodotto alcuna ricerca in merito, limitandosi a rilevare esclusivamente il rapporto numerico tra insegnanti di sostegno e alunni con disabilità loro assegnati. Ne consegue che la mancata visione olistica del problema non rende possibile l’utilizzo ottimale delle risorse e l’eliminazione degli sprechi;
La rete dei CTS (3). Va ampliata e allargata: bisogna creare una rete che sia in sinergia con tutti i fautori dell’inclusione a livello territoriale, senza però mandare in pensione l’importante esperienza dei CTS. La mancanza di un monitoraggio efficace a livello amministrativo, centrale e periferico, nei CTS (Centri Territoriali di Supporto), nei CTI (Centri Territoriali per l’Inclusione) e nelle singole scuole contribuisce a far retrocedere il processo inclusivo, proprio ora che la scuola deve poter trovare risposte adeguate alla crescente presenza di alunni differenti per provenienze linguistiche, geografiche, religiose e culturali;
La tecnologia (4). È necessario abbattere gli ostacoli legati all’incompatibilità dei formati e alla mancanza di dialogo degli applicativi, stabilendo al contempo il conseguimento di una patente per le competenze informatiche minime da parte dei docenti di sostegno;
La cattedra mista (5). Bisogna ricorrere all’insegnante di sostegno come facilitatore dei processi di inclusione, dandogli la possibilità di insegnare anche al di fuori delle sole classi dei ragazzi con disabilità attraverso il sistema della cosiddetta “cattedra mista”;
Assistenza specialistica (6) e docente ospedaliero (7). Disciplinare dal punto di vista giuridico la posizione degli assistenti specialistici, assicurando inoltre offerte formative adeguate e stabilizzando il personale. È necessario inoltre eliminare la distinzione fra docente e docente ospedaliero, con quest’ultimo che dovrà in ogni caso avere una formazione adeguata, integrata da aggiornamenti periodici;
Edilizia scolastica (8). È assolutamente imprescindibile raggiungere il risultato di accessibilità totale in tutte le scuole del territorio italiano. Attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche, sensoriali e culturali e la costruzione, o anche la ricostruzione, degli edifici scolastici tenendo conto di aspetti fondamentali, tra cui accessibilità e sicurezza;
Comunicazione tra docenti curriculari e di sostegno (9). Organizzare la formazione dei docenti curricolari e di sostegno per uniformare il linguaggio e, di conseguenza, ottimizzare la comunicazione tra le due categorie;
Sistematicità degli interventi (10). È necessario creare un sistema che garantisca un’inclusione strutturale, che comprenda tutte le scuole, e che dia risposte metodiche e unificate sui temi della formazione, istituendo anche un complesso di valutazione dei risultati sul campo. La discontinuità didattica da più parti lamentata, che non risparmia neppure i docenti curricolari, è dovuta anche al diffuso malfunzionamento dell’amministrazione centrale e periferica.
Il documento finale, che verrà reso noto nei prossimi giorni, sarà consegnato al MIUR come proposta ufficiale di docenti, formatori ed esperti del settore, affinché la legge di prossima emanazione non perda l’occasione per rinnovare veramente la scuola, mettendo al centro l’inclusione.
UFFICIO STAMPA FIABA
Nicola Maria Stacchietti – Giornalista Professionista