“La situazione delle segreterie scolastiche è critica, servono soluzioni urgenti”. INTERVISTA a Giorgio Germani (Anquap)
Le segreterie scolastiche sono in crisi. È quanto denuncia Giorgio Germani, presidente Anquap, in un’intervista a Orizzonte Scuola. La causa principale di questa situazione è la quantità e complessità dei compiti assegnati alle segreterie, unita alla carenza di personale e alla mancanza di un ordinamento professionale adeguato.
“Le segreterie scolastiche sono il cuore delle scuole”, sottolinea Germani. “Tuttavia, sono state abbandonate a se stesse, senza un’adeguata dotazione di personale e senza un ordinamento professionale che riconosca il loro ruolo fondamentale”.
La situazione è aggravata dalla riduzione del personale ATA, in particolare degli assistenti amministrativi e dei collaboratori scolastici. Ciò ha comportato un aumento del carico di lavoro per il personale rimanente, con il rischio di inadempienze e ritardi. L’Anquap propone di rivedere gli organici e di riscrivere l’ordinamento professionale del personale ATA, restituendo ai direttori SGA il ruolo precedente e arricchendolo sul piano giuridico ed economico. Inoltre, chiede un incremento dell’indennità di direzione per i DSGA e un aumento dei fondi per il personale ATA.
Presidente Germani, Anquap ha più volte denunciato la situazione critica in cui versano le segreterie scolastiche. Quali sono, secondo lei, le cause principali di questa crisi?
“Le principali cause di sofferenza delle segreterie scolastiche risiedono nella quantità e qualità (leggasi complessità) dei compiti che debbono svolgere in relazione alle funzioni attribuite alle scuole. Non vi è attività delle scuole che non passi dagli uffici di segreteria, richiedendo una lavorazione amministrativa e/o contabile. Aggiungasi che il sistema informativo del ministero non è proprio ideale e il verificarsi di eventi straordinari (vedi Covid ed ora il PNRR). Rispetto alla mole di lavoro imposta – spesso anche da improvvidi “scaricabarile” ministeriali – il numero del personale addetto, l’ordinamento professionale malamente definito dall’ultimo Ccnl e una retribuzione tra le più basse del pubblico impiego fanno il resto, determinando quando possibile un “fuggi fuggi” in altre amministrazioni o in profili professionali diversi”.
L’accorpamento delle scuole, pur con le migliori intenzioni, sembra aver aggravato la situazione, anziché migliorarla. Quali misure urgenti ritiene siano necessarie per invertire questa tendenza e garantire un’efficiente gestione amministrativa delle scuole?
“L’accoppiamento delle scuole, in sé condivisibile per ragioni di razionalizzazione, ci ha consegnato scuole più grandi e più complesse, con più sedi spesso in comuni diversi. Tutto questo avrebbe dovuto condurre al riconoscimento anche retributivo dei maggiori carichi di lavoro e a una radicale revisione degli organici. Invece, la politica ha deciso in piena estate di sottrarre alle scuole, senza possibilità di sostituzione, 721 Assistenti amministrativi e 242 Collaboratori scolastici per destinarli agli Uffici scolastici regionali: si spogliano centinaia di “altari”, le scuole, per vestirne 18, gli uffici scolastici regionali. Ho la sensazione, per non dire la certezza, che la politica e l’alta burocrazia ministeriale non conoscono la realtà delle scuole”.
La riduzione del personale ATA, in particolare degli assistenti amministrativi e dei collaboratori scolastici, ha avuto un impatto significativo sulle scuole. Quali sono le conseguenze più gravi di questa carenza di organico?
“Con la sottrazione, temporanea al momento, di assistenti amministrativi e collaboratori scolastici, nelle segreterie si lavorerà ancor di più e peggio, con il rischio di inadempienze e ritardi, mentre per i servizi generali diminuisce la sorveglianza e vigilanza su alunni e ambienti e si aggrava l’impegno delle attività di pulizia dei locali e spazi di pertinenza delle scuole.Non parlerei, però, di riduzione di organico per il quale il Ministero si è impegnato ad una revisione a partire dall’a.s. 25/26. Peccato che nell’ assumere questo impegno abbia già annunciato che la revisione dovrà avvenire a costo zero; a costo zero non cambia nulla”.
Quali soluzioni propone Anquap per far fronte alla mancanza di personale ATA nel breve e nel lungo periodo?
“Per i DSGA ministero e scuole si stanno “dannando” tra incarichi vecchi e nuovi, coperture di posti vacanti, sostituzioni (brevi e lunghe) e impossibili reggenze sulle ulteriori autonomie definite oltre l’organico di diritto di dirigenti e direttori: il caos regna sovrano e le scuole sono sempre più in difficoltà. L’Anquap propone di rivedere gli organici, soprattutto degli amministravi, con specifica dotazione finanziaria, di rivedere l’intero sistema di reclutamento ancora fermo ai decreti delegati del 1974. L’Anquap propone soprattutto di riscrivere l’ordinamento professionale del personale ATA, restituendo ai Direttori sga per intero il ruolo precedente, arricchito sul piano giuridico e sul versante economico. Per il tempo breve si dovrebbero restituire le unità impropriamente sottratte dal Ministero, in subordine di dovrebbe consentire la loro sostituzione, in subordine ancora si dovrebbero aumentare i fondi per il personale ATA chiamati a maggiori carichi di lavoro. Sempre per il tempo breve, con riguardo ai DSGA è doveroso un incremento almeno del 100% dell’indennità di direzione parte variabile. Si può fare con il CCNI sui fondi del miglioramento dell’offerta formativa già dal corrente a.s. 24/25: lo consente la normativa vigente e si devono utilizzare le economie derivanti dalla riduzione di 475 unità di Direttori già a partire dal corrente mese di settembre. Ci auguriamo che la politica, il Ministero e i sindacati siano capaci, ognuno per la propria parte, di rivedere gli errori, gravi, già commessi e di intervenire nell’immediato sulle proposte concrete e fattibili avanzate dall’Anquap”.