Immissioni in ruolo: posti al nord vuoti per graduatorie esaurite e posti sostegno in deroga ancora a supplenza
Le immissioni in ruolo dell’a.s. 2017/18 si svolgeranno ancora una volta secondo il consueto meccanismo consolidato dalla legge 107/2015 che assegna il 50% dei posti alle Graduatorie ad esaurimento e il 50% alle graduatorie dei concorsi.
Un meccanismo in realtà complesso, perchè bisogna prendere in considerazione molti elementi, tra cui il recupero dei posti assegnati in più lo scorso anno alle GaE perchè le graduatorie dei concorsi non erano ancora pronte.
A far tirare un respiro di sollievo ai docenti che hanno superato le prove del concorso la norma inserita nel decreto sulla nuova formazione e reclutamento che stabilisce lo scorrimento delle graduatorie di merito anche oltre il 10% di idonei qualora ci sia la disponibilità del posto.
E tuttavia alcuni sindacati, smaltita l’euforia dell’annuncio trionfalistico delle 52.000 immissioni in ruolo (numero del quale avremo modo di riparlare), tornano con i piedi per terra e cominciano a rendersi conto che l’algoritmo dei ruoli forse lascerà ancora una volta delusi molti precari.
Il rischio è che alcune cattedre delle province del nord non possano essere assegnate per mancanza di aspiranti, sia nelle GaE che nelle graduatorie di merito dei concorsi, alcuni dei quali anche con gli idonei non sono corpose e non arrivano a coprire neanche il numero dei posti banditi. Il fenomeno non è nuovo d’altronde, si è verificato già lo scorso anno, quando delle 32.000 immissioni autorizzate, sono rimasti vuoti ben 16.000 posti. E, come detto, difficilmente le graduatorie dei concorsi, che lo scorso anno non c’erano, potranno sopperire.
Certo, la strategia potrebbe essere quella di assegnare un numero più consistente di ruoli nelle province del sud. Ma prima bisognerà fare i conti con la mobilità dei docenti di ruolo. Ricordiamo infatti che alla mobilità va assegnato il 40% dei posti (30% ai trasferiementi interprovinciali e 10% ai passaggi di cattedra e/o di ruolo) e dunque il capitolo è ancora aperto.
In ogni caso non è detto che i posti lasciati scoperti dai docenti che si trasferiscono dal nord vengano coperti con i ruoli, potrebbero andare a supplenza.
Un secondo aspetto riguarda i posti di sostegno in deroga.
I segretari di FLC CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA – SNALS/CONFSAL Sicilia esprimono forte preoccupazione: la denominazione di questi posti cambia, sono i cosiddetti “posti in deroga”, pertanto non verranno considerati tra i 15.100 posti che da organico “di fatto” diventeranno organico stabile. I ragazzi e le ragazze in situazione di handicap, che per lo più hanno dovuto esigere il diritto all’integrazione scolastica attraverso sentenze del TAR, non potranno contare sulla continuità educativa che può dare un insegnate a tempo indeterminato.
Lunedì 15 maggio è in programma al Miur un incontro con i sindacati sugli organici, tematica strettamente legata alle immissioni in ruolo. Vedremo quali saranno i parametri per garantire che questi posti possano soddisfare da un lato le esigenze dei docenti di ruolo che partecipano alle procedure di mobilità, dall’altro la speranza dei precari di poter essere assunti a tempo indeterminato.
L’organico di fatto su sostegno in Sicilia è “figlio di un Dio minore”