Furbetti 104, Confael: responsabilità anche del mondo sindacale. Necessaria nuova disciplina per punire chi ha fruito illecitamente dei benefici di legge

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“La situazione è sfuggita di mano anche ai sindacati, bisogna aprire una nuova stagione di concertazione e confronto”.

Sono queste le parole di Manlio Cardella, segretario provinciale della Confederazione autonoma europea dei lavoratori, a commento del nuovo filone di indagine relativo alla “questione 104” in provincia di Agrigento, come leggiamo sul Giornale di Sicilia.

Il segretario della Confael, dunque, non risparmia critiche nei confronti del modo politico e sindacale.

Le condotte dei singoli, in questo caso lesive di un diritto sacrosanto, vanno a svantaggio della comunità e di coloro i quali sono privi di copertura politico-sindacale, prosegue Cardella, che si scaglia contro gli abusi nel mondo della scuola, sfuggiti ormai al mondo sindacale.

Abusi che, secondo il segretario della Confael, dovevano essere previsti nella fase di concertazione delle leggi.

Cardella conclude il suo intervento rincarando la dose contro il sindacato, che da anni svolge la funzione di semplice osservatore se non “presunto gregario di interessi filo politico-padronali”.

Sul nuovo filone di indagini, che ha portato alla notifica di prosecuzione delle indagini per 250 soggetti, è intervenuto anche una delle associazioni più attive contro l’abuso suddetto, ossia quella denominata “Insegnanti in movimento”, che riunisce numerosissimi docenti vittime degli abusi dei colleghi.

Dorenzo Navarra, facente parte dell’associazione suddetta, ha rilasciato in merito un’intervista al Giornale di Sicilia, evidenziando quanto successo nella scuola primaria: 52 trasferimenti su 52 con 104 personale. ù

Navarra ha espresso la soddisfazione dell’Associazione per il lavoro parallelo dell’Inps e della magistratura, chiedendo inoltre nuove direttive da parte del Miur, tali da rimandare nelle sedi di provenienza i docenti trasferiti grazie ai benefici della legge 104 agli stessi revocata.

Sino a quando non si rimanderanno indietro gli insegnanti, che hanno usufruito illecitamente della priorità riconosciuta dalla legge summenzionata, si continuerà a perpetrare delle ingiustizie nei confronti di chi, da numerosi anni, non riesce a ritornare in provincia a causa del fenomeno sopra descritto.

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