Dirigenti scolastici, UDIR: ma quale valorizzazione, la riforma Madia blocca le indennità, il FUN non potrà crescere di un euro
Il trattamento economico dei dirigenti scolastici, di gran lunga i meno pagati della dirigenza pubblica pur avendo responsabilità e carichi di lavoro immani, è purtroppo segnato in negativo da una norma contenuta nel decreto di riforma della Pubblica Amministrazione voluto dalla Ministra della Funzione Pubblica Marianna Madia che bloccherà tutte le indennità da aggiungere allo stipendio base della già bistrattata categoria dei capi d’istituto: l’art. 23, rivela il sito internet governarelascuola.it, prevede infatti che “non ci saranno stanziamenti aggiuntivi e che tutti i FUN (i Fondi unici nazionali) devono essere bloccati e congelati all’importo determinato per il 2016”.
Per assicurare “l’invarianza della spesa, a decorrere dal 1º gennaio 2017 – si legge nell’articolo 23 su ‘Salario accessorio e sperimentazione’ del decreto Madia -, l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non può superare il corrispondente importo determinato per l’anno 2016”.
A poco, anzi a nulla, servono gli incontri frequenti che stanno conducendo i sindacati rappresentativi con l’amministrazione scolastica centrale. Così come la riunione prevista per il giorno 22 del corrente mese. Anche l’azione mediatrice della nuova Ministra dell’Istruzione, che dopo il successo dello sciopero dell’Udir del 25 maggio scorso aveva espresso delle aperture, è destinata a naufragare: ci troviamo davanti a un “pasticcio da cui la Fedeli non sa e non può uscire per come gli avranno spiegato bene i suoi funzionari”, spiega ancora la rivista tecnica sui dirigenti scolastici italiani.
Udir ha già fatto sapere che a queste condizioni la mobilitazione dei dirigenti scolastici è destinata a continuare. E che l’unica soluzione al problema è quella di impugnare il decreto in tribunale. “Perché nessun contratto – dice Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, cui aderisce Udir – può essere sottoscritto se non si ottiene la perequazione interna (RIA) ed esterna alle altre aree dirigenziali degli enti locali e centrali. E nemmeno se non si recupera il costo dell’inflazione (nel frattempo salita del 14%). Inoltre, la mobilitazione continua perché devono essere ancora rideterminati tutti i finanziamenti regionali, e recuperati con il ricorso Udir tutti gli arretrati. Inoltre, il sindacato chiede un intervento legislativo sulla sicurezza (Decreto legislativo 81/08) e sulla valutazione (Legge 107/15), perché oggi i presidi italiani rischiano di finire in carcere o di essere malgiudicati per azioni amministrative pur condotte con il massimo del rigore”, conclude Pacifico.
Udir ha deciso di avviare ricorso al Tar Lazio anche per l’incremento del Fondo Unico nazionale, altrimenti destinato a rimanere fermo. La giovane organizzazione sindacale, che opera a tutela dei dirigenti scolastici, è pronta anche a impugnare tutti i Contratti Integrativi Regionali che saranno sottoscritti. Aderisci al ricorso gratuito. Inoltre, il nuovo sindacato della dirigenza mette a disposizione specifici modelli di diffida, finalizzate al recupero di una serie di ‘voci’ e diritti sino a oggi negati: Recuperi Erariali, Trattenuta TFR/TFS, Trattenuta ENAM, Indennità di vacanza contrattuale, RIA, FUN. Per informazioni, si può contattare il 331.7713481. Per una consulenza gratuita, scrivere a [email protected]. Per aderire ai ricorsi su RIA, FUN, CIR consultare il sito internet www.udir.it. Per maggiori informazioni, vai al link.