Anief. Dal maxiemendamento solo modifiche marginali
ANIEF – Dal maxiemendamento solo modifiche marginali, rimangono i super-poteri ai presidi: potranno scegliere i nuovi assunti, i soprannumerari e chi chiederà trasferimento.
ANIEF – Dal maxiemendamento solo modifiche marginali, rimangono i super-poteri ai presidi: potranno scegliere i nuovi assunti, i soprannumerari e chi chiederà trasferimento.
Su alcuni versanti, la riforma approvata dall’aula del Senato è addirittura peggiorativa della prima versione approvata alla Camera. Il fatto stesso che sia stato eliminato ogni riferimento temporale sull'ordine delle operazioni dal maxiemendamento per le assunzioni sull'organico di potenziamento, è più che significativo sulle possibilità di far arrivare tra i 5 e i 7 docenti aggiuntivi ad ogni istituto, ad anno scolastico abbondantemente iniziato. E poi, dal 2016, si comincerà con la chiamata diretta dei nuovi docenti e pure di una parte di quelli di ruolo: per tutti questi insegnanti (stiamo parlando di circa 100mila l’anno), il futuro professionale sarà messo in mano ai dirigenti scolastici che gestiranno discrezionalmente gli albi territoriali.
Marcello Pacifico (presidente Anief): nella scuola il personale deve essere assunto, come in tutti i comparti pubblici, attraverso il posizionamento nelle graduatorie di merito e anzianità. Introdurre nuove regole, calpestando le basilari, è molto pericoloso. Inoltre, come si fa a dire a decine di migliaia di docenti già abilitati che il loro titolo serve a poco più di nulla e che per fare questa professione dovranno sottoporsi nel 2016 ad un concorso pubblico, alla pari dei nuovi laureati? Siamo proprio convinti di sapere come la pensa il tribunale civile di Roma.
I cambiamenti al disegno di legge sulla “Buona Scuola”, di cui tanto si vanta la maggioranza politica, introdotti con il maxiemendamento da 209 commi, hanno un peso marginale sulla riforma: rimangono in piedi praticamente tutte le norme a lungo contestate da docenti, studenti, famiglie, associazioni e sindacati. Su alcuni versanti, la riforma approvata dall’aula del Senato è addirittura peggiorativa della prima versione approvata alla Camera.
Il fatto stesso che sia stato eliminato ogni riferimento temporale sull'ordine delle operazioni dal maxiemendamento per le assunzioni sull'organico di potenziamento, è più che significativo sulle possibilità di far arrivare tra i 5 e i 7 docenti aggiuntivi ad ogni istituto, ad anno scolastico abbondantemente iniziato. Inoltre, nel comma 72 del maxiemendamento approvato si spiega che “il personale docente assunto ai sensi del comma 97, lettere b) e c) è assegnato agli ambiti territoriali a decorrere dall’anno scolastico 2016/2017”: ciò significa che dopo un anno di “interregno” e la sottoscrizione del contratto ben oltre il mese di settembre, i circa 50mila nuovi docenti da attribuire in organico funzionale saranno di fatto scelti dai presidi. E con loro anche i vincitori del nuovo concorso.
La beffa non risparmierà nemmeno i docenti di ruolo che si ritroveranno soprannumerari o che semplicemente chiederanno trasferimento (forse per punirli?): per tutti questi insegnanti (stiamo parlando di circa 100mila l’anno), il futuro professionale sarà messo in mano ai dirigenti scolastici che gestiranno discrezionalmente gli albi territoriali. Che per questo motivo, come abbiamo chiesto invano, andavano graduati. Invece, attraverso il testo del ddl che ora a Montecitorio si accinge a diventare legge, probabilmente entro la prima settimana di luglio, si è deciso che “il personale docente in esubero o soprannumerario nell'anno scolastico 2016/2017 – si legge sempre nel comma 72 – è assegnato agli ambiti territoriali. Dall'anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali”.
“Il nostro sindacato – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal – lo ha detto tante volte, anche nelle audizioni tenute prima alla Camera e poi al Senato: nella scuola il personale deve essere assunto, come in tutti i comparti pubblici, attraverso il posizionamento nelle graduatorie di merito e anzianità. Introdurre nuove regole, calpestando quelle basilari, è molto pericoloso. Inoltre, come si fa a dire a decine di migliaia di docenti già abilitati che il loro titolo serve a poco più di nulla e che per fare questa professione dovranno sottoporsi nel 2016 ad un concorso pubblico, alla pari dei nuovi laureati?”.
“Siamo convinti che il Governo prima e il Parlamento adesso hanno sbagliato. E di grosso: su questo aspetto si esprimeranno comunque i giudici del tribunale civile della capitale. Gli stessi giudici che saranno chiamati a dire il loro parere sulle ingiustificate esclusioni dal piano assunzionale di almeno 70mila nuovi docenti abilitanti, attraverso i Pas, i Tfa, i corsi di Scienze della formazione primaria o all’estero: per loro, come tutti coloro che hanno svolto 360 giorni di supplenza, dovevano essere riaperte ancora una volta le GaE. E stabilizzare tutti coloro che ne fanno parte. È triste dirlo, ma in Italia sino a quando chi legifera o amministra non risponde delle norme incostituzionali o degli atti illegittimi in prima persona, l’ultima parola – conclude Pacifico – continuerà ad essere quella dei giudici”.