Cobas: il 3 e il 9 maggio sciopero della scuola contro i quiz Invalsi
Cobas – Dal quadro generale degli otto decreti attuativi della legge 107 – approvati definitivamente il 7 aprile dal Consiglio dei Ministri e contro i quali abbiamo effettuato con successo lo sciopero generale del 17 marzo – emerge la centralità attribuita ai quiz Invalsi nella valutazione delle scuole, degli studenti e dei docenti.
Nella Scuola Primaria essi svolgono rilevazioni nazionali nelle classi seconda e quinta, che costituiscono parte prioritaria di tale valutazione. Nella Scuola Media le rilevazioni, che riguardano italiano, matematica e inglese nella classe terza, dal prossimo anno rappresenteranno requisito indispensabile di ammissione all’esame conclusivo. Nella Scuola Superiore le prove si svolgeranno nella classe seconda e quinta; e durante l’ultimo anno gli studenti verranno sottoposti a quiz in inglese, italiano, matematica, i cui esiti saranno riportati all’esame di Maturità – per essere ammessi al quale è indispensabile aver svolto i quiz – in una specifica sezione del curriculum.
Infine, per quel che riguarda l’Università, i risultati Invalsi potranno essere decisivi per l’accesso alle facoltà. Insomma, la valutazione predisposta dai docenti, quale atto cruciale del complesso e delicato processo dell’apprendimento, cede completamente il passo alla valutazione didascalica degli studenti e delle scuole (oltre che degli insegnanti stessi) attraverso i quiz standardizzati, considerati il più “qualificato” strumento per giudicare gli apprendimenti, con il conseguente ridimensionamento dell’intera professione docente.
Le rilevazioni Invalsi saranno non una presunta forma di “autovalutazione”, ma la valutazione vera e propria della scuola e delle modalità di insegnamento dei docenti che, per adeguarsi ai quiz, come già ampiamente verificato in questi anni, dovranno conformare la propria didattica a quanto previsto dall’Invalsi. Da tutto ciò emerge, quindi, il modello del docente “adattabile”, derubricato a somministratore di prove standardizzate, le uniche ad avere reale valore nella valutazione, e ad “illustratore” di manuali per quiz, nel quadro dell’immiserimento materiale e culturale della scuola pubblica e del ruolo dei docenti, destinati ad un lavoro da “manovali intellettuali” tuttofare, flessibili e disponibili alle mutevoli esigenze di una sempre più cialtrona “scuola-azienda”. Nel contempo, gli otto decreti attuativi hanno ulteriormente aggravato la condizione di lavoro degli ATA, così come avevamo denunciato nella piattaforma dello sciopero del 17 marzo: in particolare, ai collaboratori scolastici viene imposto anche l’obbligo delle “mansioni di cura” per i disabili ed un ulteriore carico di lavoro del tutto estraneo alle loro qualifiche.
Per il futuro reclutamento dei docenti non si riconoscono appieno le abilitazioni già conseguite né il servizio prestato e si delinea un infinito percorso di apprendistato. Per i disabili si mira a distruggere l’inclusione in base a logiche di mero risparmio e a ridurre gli insegnanti di sostegno, per delegare progressivamente tale attività all’intero personale docente. Si aggrava la centralità dell’ “alternanza scuola-lavoro”, forma sfacciata di apprendistato gratuito, che diviene addirittura materia di esame alla Maturità. Con il “sistema integrato 0-6 anni”, si abbassa il livello della Scuola dell’Infanzia pubblica, con il grave rischio per il personale di trasferimento negli Enti Locali, creando caos gestionali in scuole Primarie già oberate di pesi e di ruoli.
Convochiamo dunque per il 3 maggio (Scuola Primaria e Media di primo grado) e per il 9 maggio (Media Superiore) lo sciopero dell’intera giornata del personale docente ed ATA, al fine di boicottare i quiz Invalsi e per la loro cancellazione come strumento di valutazione delle scuole, degli studenti e del personale.