Cari ragazzi…Lettera di un insegnante agli studenti italiani

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Preside lascia la scuola

Cari ragazzi, mi rivolgo a voi che siete il futuro e la speranza di questo Paese.

Sta per iniziare un nuovo anno scolastico, ricco di avventure, di scoperte, di entusiasmo che caratterizza la vostra adolescenza. Un anno nel quale dovete assaporare e fortificare la vostra voglia di sapere, di conoscere, di scoprire cose nuove e affascinanti. E questa voglia di conoscenza, di condivisione, di esperienze nuove ed edificanti ve la può offrire solo una istituzione: la scuola.

Vi chiedo di amarla, di venerarla, di sostenerla, di edificarla a tempio della cultura, della conoscenza, della condivisione, dell’integrazione, del rispetto delle regole, perché un domani sarete voi i protagonisti del futuro, sarete voi la futura classe dirigente di questa Italia, nazione bella, affascinante, meravigliosa ricca di storia, di arte, di tradizioni. Difendete la vostra Italia e per farlo avete bisogno di un solo strumento: lo studio.

So che lo studio richiede impegno, sacrificio, dedizione, ma solo attraverso la passione per la scuola voi potete sconfiggere l’ignoranza, la superficialità, l’alterigia, il pressappochismo e soprattutto i tanti mali che affliggono la nostra società.

Tutto dipende da voi, ragazzi, per questo lasciatevi affascinare dalle esperienze belle e significative che solo la scuola vi può dare. Non vedetela come un luogo dove trascorrere una parte della vostra giornata, ma come un’istituzione che vi garantisce il futuro. E il futuro si costruire solo studiando, apprendendo cose nuove, facendo esperienze di comunione e di integrazione con gli altri.

Ad aiutarvi in questo percorso di crescita e di maturazione, accanto ai genitori, ci sono gli insegnanti, persone qualificate professionalmente che hanno scelto di svolgere questo lavoro per stare con voi, per aiutarvi a crescere e per far sì che la vostra testa non rimanga una “zucca vuota” ma si riempia di conoscenza, di sapere, di saggezza perché voi siete “fiaccole da accendere”.

Sono gli insegnanti i vostri “angeli custodi”, coloro i quali vi accompagneranno per un tratto della vostra vita e per questo non considerateli dei giudici severi sul punto di punirvi, ma come dei facilitatori, dei compagni di viaggio che hanno il difficile e delicato compito di prepararvi alla vita, di fare in modo che diventiate i futuri protagonisti del domani.

Si, il futuro è nelle vostre mani e la scuola è chiamata a svolgere questo importante compito. Se gli insegnanti vi rimproverano, vi mettono un brutto voto non vuol dire che ce l’hanno con voi, che vi vogliono punire.

No, non è questo il loro fine, ma quello di farvi diventare protagonisti del domani e accompagnarvi sul difficile sentiero della vita.

E i vostri genitori, cari ragazzi, non vedano gli insegnanti come punitori o meglio come capri espiatori delle vostre manchevolezze e delle vostre marachelle. Gli insegnanti comprendono bene che l’età dell’adolescenza è un percorso della vita particolare perché si mette in atto una tempesta esplosiva caratteristica proprio dell’adolescenza, ma non tollerano i comportamenti di maleducazione e di mancanza di rispetto verso gli altri, se soprattutto adulti. E a diventare adulti è sempre la scuola che vi aiuta, vi sostiene, vi viene incontro in quanto luogo di incontro, di condivisione, di integrazione.

Sapete, cari ragazzi, che viviamo nell’era della multiculturalità, per cui abbiate rispetto per tutti i vostri coetanei anche se sono di lingua, razza e religione diversa dalla vostra. È nella scuola che si impara a rispettare l’altro, il diverso che deve sentirsi accettato e non escluso.

Amate, quindi, la scuola, amate i vostri insegnanti, amate i vostri compagni, perché solo la scuola vi fa uscire dalle tenebre dell’ignoranza per farvi abbeverare alla fonte del sapere, della conoscenza e della cultura.

E sappiate sempre, cari ragazzi, che non si studia perché dovete fare bella figura con l’insegnante che poi vi premierà con il bel voto, ma per la vita, in quanto è la vita che vi innalzerà o vi condannerà. Buon anno scolastico 2017/2018.

Mario Bocola

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