Bonus merito: 200 milioni di euro distribuiti a più di un prof su tre, i 500 euro non si spendono in formazione
Sono state poco più di 86mila stabilizzazioni di docenti precari, a cui si sono aggiunte, lo scorso settembre, 29.720 assunzioni di nuovi insegnanti, per un totale, quindi, di circa 120mila professori immessi in ruolo in questi ultimi due anni scolastici.
Il bonus merito è costato 200 milioni e con una media tra i 600 e i 700 euro sono stati premiati 247.782 docenti su gli oltre 620mila insegnanti a tempo indeterminato complessivi. In pratica più di uno su tre, addirittura nel Lazio si è saliti al 47%, in Piemonte al 44%, in Campania al 40% e in Sicilia al 39%. Il premio non è stato dato in poco più di 500 scuole; e nel 20% dei casi è stato distribuito “a pioggia”, vale a dire in entità uguale per tutti i docenti selezionati.
Durante il primo anno di attività, l’organico di potenziamento (in media 6/7 prof in più in ogni istituto) è stato utilizzato essenzialmente per coprire le assenze dei docenti di ruolo, e in generale per non lasciare scoperte le classi durante l’orario di lezioni (senza peraltro ridurre il numero di supplenti, che ha toccato le 100mila unità).
Tale situazione è dovuta per lo più all’incapacità di allineare gli insegnanti aggiuntivi alle singole richieste delle scuole, che si sono visti assegnare classi di concorso non richieste.
Intanto le graduatorie ad esaurimento si sono rimpinguate, dopo le immissioni della legge 107, arrivando a contenere oggi circa 80mila precari abilitati, di cui circa 30mila inserimenti “con riserva” a seguito di sentenze favorevoli della magistratura.
Per lo più sono docenti con diploma magistrale ante 2001/2002, che il Consiglio di Stato prima, e diversi Tar dopo, hanno considerato abilitante.
Con il bonus di 500 euro, che è possibile spendere per la formazione resa obbligatoria, si continua ad acquistare invece per lo più tablet e pc.
Intanto si attende il rinnovo del contratto di lavoro del personale scolastico, congelato ormai dal 2009.