Accademia delle Scienze di Bologna: il 6 dicembre convegno per ricordare Giorgio Israel.
“Che cosa chiediamo alla scuola oggi?”. All’Accademia delle Scienze di Bologna ne parleranno martedì 6 dicembre, dalle 17 alle 19, Sergio Belardinelli (Università di Bologna), Irene Enriques (Direttore Zanichelli) e Angelo Panebianco (Università di Bologna) a partire dal contributo che Giorgio Israel, grande matematico umanista scomparso prematuramente lo scorso anno, ha dato al dibattito sulla scuola e sul suo ruolo nella società.
Lo spessore e la passione di Israel sono ben note ai lettori di Orizzontescuola perché tante volte il Professore è stato interlocutore del nostro pubblico con commenti e interviste. Dal suo ultimo intervento, estrapoliamo una riflessione sul tema dell’alternanza scuola-lavoro, i cui limiti – che la cronaca specializzata e non solo ci sta riportando giorno per giorno – Israel preconizzava con la solita acribia:
“Chi propone il modello tedesco, soprattutto per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, non soltanto non dice che tale alternanza ha senso soltanto per determinati strati dell’istruzione (e non mi riferisco soltanto all’istruzione umanistica, ma anche a quella scientifica a forte orientamento teorico, che serve eccome), ma non dice che il modello tedesco risponde a una visione pauperista per cui i bassi tassi di occupazione sono mantenuti spingendo i giovani a impiegarsi su mansioni di bassissimo livello, retribuite con poche centinaia di euro, salvo poi salire pian piano.
Siamo sicuri di volere questo? Inoltre, non ci si dice che in Germania cresce il “pentimento” per aver ridotto i licei a quattro anni e aver svilito il liceo classico, e si guarda al modello italiano, proprio mentre molti da noi incitano a seguire la via contraria. Quanto ai modelli anglosassoni, sono troppo diversi dalla nostra tradizione per poterli prendere a riferimento; senza contare che non sono affatto modelli di efficienza e qualità, a meno che non si pensi a un sistema scolastico in cui il settore pubblico è a livelli infimi (in cui il problema principale è che lo studente non venga a scuola con la pistola) e chi vuole far studiare ad elevati livelli i propri figli deve spedirli in costose scuole private dove la mattina si entra in divisa… Se si desidera gettare alle ortiche il meglio della tradizione universalistica dell’insegnamento cui apparteniamo, ci si accomodi, basta dirlo senza infingimenti”. (Giorgio Israel, 29 gennaio 2015, Orizzontescuola.it)
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